Mercati: nel breve periodo permane grande incertezza e rendimenti rimarranno volatili
Scenario più positivo comincia a delinearsi nel difficile clima globale odierno, anche se deve ancora affrontare tutta una serie di rischi. Così sostengono Jean-Marie Mercadal, Responsabile Strategie d’investimento OFI Holding e Eric Bertrand, Vice Amministratore Delegato, Chief Investment Officer secondo cui “riteniamo opportuno che gli investitori prendano parte dei profitti sulle posizioni azionarie accumulate il mese scorso”.
I mercati rimarranno probabilmente molto volatili e offriranno agli investitori migliori opportunità di reinvestire in azioni in un secondo momento. Abbiamo quindi ripreso una posizione neutrale sulle azioni. Manteniamo invece una posizione positiva sulle obbligazioni di credito, sia nel segmento Investment Grade che in quello High Yield.
I due esperti sottolineano come “le banche centrali hanno intenzione di invertire la rotta delle loro politiche monetarie, che attualmente consistono in un aumento vertiginoso dei tassi di interesse di riferimento? I mercati hanno recentemente ipotizzato un tale cambiamento, riportando i rendimenti obbligazionari tedeschi al di sotto del 2,0% dopo che solo pochi giorni prima erano saliti al di sopra del 2,5%”.
Questo perché i dati sull’inflazione dell’eurozona non mostrano segni di rallentamento e sono ora al di sopra della soglia del 10%, costringendo Christine Lagarde a confermare che la BCE ha “più terreno da percorrere” quando si tratta di aumentare i tassi di interesse. Il mercato vede il tasso di interesse di riferimento salire al 3% entro la metà del 2023, ovvero il doppio del livello attuale.
Il presidente della Fed, Jerome Powell, teme che l’economia statunitense si stia dimostrando troppo resistente, in particolare per quanto riguarda l’occupazione (come confermato ancora una volta dagli ultimi dati sui posti di lavoro) e l’inflazione. Ha quindi chiarito ai mercati che il tasso di interesse finale sarà più alto di quanto previsto a settembre, per arrivare probabilmente a circa il 5% alla fine del primo trimestre del 2023 (contro l’attuale 4%).
Quindi, nessun cambio di rotta si chiedono gli esperti. “È troppo presto per dirlo, dato che entrambe le banche centrali hanno sottolineato la necessità di spingere i tassi di interesse in modo sostanziale e duraturo in territorio restrittivo per assicurarsi che l’inflazione alla fine torni verso il loro livello obiettivo del 2%”. Il loro scenario? “Dopo la riunione di Jackson Hole, le banche centrali di entrambe le sponde dell’Atlantico hanno confermato la loro determinazione a contrastare l’inflazione, se necessario a scapito della crescita e dell’occupazione. Tuttavia, il ritmo di rialzo dei tassi di interesse a breve termine è destinato a rallentare, poiché i rendimenti obbligazionari reali sono tornati positivi in Europa e si stanno avvicinando alla soglia del 2% negli Stati Uniti. Le condizioni monetarie stanno quindi iniziando a muoversi in territorio restrittivo.
L’inflazione deve iniziare a invertire sensibilmente la rotta se si vuole che il tanto atteso cambio di rotta si concretizzi. Nel breve periodo permane una grande incertezza e i rendimenti rimarranno volatili, oscillando intorno ai livelli attuali, ma gran parte della traiettoria sembra ormai essere stata prezzata.
Ribadiamo quindi il nostro approccio costruttivo alle obbligazioni Investment Grade e High Yield. Poiché gli scenari peggiori non sono mai certi, i mercati azionari hanno registrato forti guadagni dal nostro ultimo rapporto e quindi stiamo prendendo profitto seguendo la posizione adottata il mese scorso. La strada da percorrere sembra rapida e ampia e l’incertezza che regna in futuro sembra ancora troppo elevata per innescare un rally del mercato in tempi brevi. I prossimi dati sull’inflazione e quindi le azioni che le banche centrali decideranno di intraprendere dovrebbero aiutarci a determinare l’andamento generale dei prossimi mesi, mentre i livelli di volatilità, che sono destinati a rimanere elevati, ci permetteranno di prendere posizione di conseguenza” concludono.