Mercati europei tentano recupero, ma Piazza Affari senza verve. Cauto ottimismo di Mnuchin su questione commerciale Usa-Cina
I mercati europei provano a scrollarsi di dosso i ribassi delle passate sedute, tentando un rimbalzo (un recupero fallito a Piazza Affari che è già scivolata sotto la parità). Quando è trascorsa circa un’ora dall’avvio degli scambi nel Vecchio continente a Francoforte il Dax sale dello 0,42%, a Parigi il Cac40 guadagna lo 0,34% e a Londra l’indice Ftse100 segna un +0,35 per cento.
Le Borse sono reduci dai forti ribassi delle ultime due sedute in scia alle preoccupazioni sul rischio di una guerra commerciale a livello globale, dopo l’imposizione da parte del presidente statunitense Donald Trump di dazi doganali per un valore fino a 60 miliardi di dollari contro la Cina, e le dichiarazioni di Pechino, che non ha escluso alcuna opzione, inclusa quella di smobilizzare il portafoglio di Treasuries superiore a 1 trilione di dollari di cui dispone. I mercati europei soppesano anche le positive dichiarazioni del Segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, che si è detto Steve Mnuchin “cautamente ottimista” Cina e Usa possano trovare un accordo sul fronte commerciale.
Intanto oggi il fronte macro non riserverà indicazioni di rilievo. Tra gli eventi, si segnala la negoziazione tra Unione europea e Gran Bretagna sul processo Brexit, in particolare sui confini dell’Irlanda. “Ci avviamo a una settimana accorciata dall’arrivo del lungo weekend pasquale, con un’agenda macro relativamente leggera – afferma Alessandro Balsotti, head of asset management Jci Capital Limited -. Si fanno notare sulla sponda americana dell’Atlantico la pubblicazione del PCE, giovedì meno d’impatto è destinata ad essere la rilevazione finale del Pil del quarto trimestre prevista per mercoledì, su quella europea i dati nazionali dell’inflazione di marzo (Germania giovedì, Francia e Italia venerdì”. Sul fronte Usa, ci sarà abbondanza di ‘Fed-speak’ con interventi di Dudley, Mester, Quarles, Bostic e Harker. “Se verranno confermate tempistica e dimensione delle aste annunciate sarà anche la settimana record (all time) dal punto di vista delle emissioni del Tesoro statunitense, circa 294 miliardi di dollari complessivi di T-Bill e T-Note”, aggiunge Balsotti.
Debolezza a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che viaggia a 22.272,10, in leggero ribasso dello 0,08 per cento. In testa al listino principale Tenaris (+1,5%), seguita da Brembo che avanza dell’1,26 per cento. In recupero Stm (+1,26%), bene anche Ferrari (+0,51%) che ieri ha inaugurato il mondiale di F1 con la vittoria di Sebastian Vettel e il terzo posto di Kimi Raikkonen. Sempre in primo piano Telecom Italia dopo la mossa di Vivendi, annunciata venerdì scorso, con il titolo del gruppo italiano di telecomunicazioni che dopo le 10 sale dello 0,93 per cento. Il finanziere bretone Vincent Bollorè, numero uno di Vivendi (azionista principale di Telecom Italia) fa decadere il cda della compagnia di tlc, attraverso le dimissioni di otto consiglieri su 15, incluse quelle del presidente esecutivo Arnaud de Puyfontaine e del vice presidente esecutivo Giuseppe Recchi. Giocando d’anticipo, e facendo decadere l’intero cda, Vivendi ha azzerato di fatto il rischio di rimanere senza i suoi sei consiglieri, e con solo due, nell’assemblea del 24 aprile. A questo punto, per il rinnovo integrale del Cda bisognerà attendere l’assemblea del 4 maggio. E questo significa che in data 24 aprile, con il cda azzerato, l’assemblea di Tim si limiterà ad approvare il bilancio 2017 e a nominare il consiglio sindacale.
Sul fronte bancario, giù Ubi Banca che cede oltre il 2 per cento. La banca ha smentito quanto riportato dall’articolo apparso il 25 marzo sul quotidiano Il Messaggero che riporta “di non meglio precisate fonti autorevoli riferire di una proposta di operazione straordinaria discussa in Consiglio di Gestione”. Secondo il quotidiano romano l’operazione straordinaria si riferirebbe al dossier Banca Mps, a cui l’istituto bergamasco già in passato era stato più volte accostato. Ubi Banca in una nota precisa che si riserva di verificare con le autorità se esistono le condizioni di un tentativo di manipolazione del mercato. Segno meno anche per Unicredit e Unipol, con ribassi di circa l’1 per cento.