Mercati europei ritrovano la via rialzista: anche Piazza Affari sale, trainata da Intesa
Sui mercati europei è lo scenario risk on ad avere la meglio nella seduta infrasettimanale, con gli investitori che continuano a monitorare da vicino l’impatto del coronavirus e sperano in un contenimento delle conseguenze dell’epidemia sull’economia. Tra le ultime notizie ci sono quelle riportate dalla stampa britannica, secondo cui gli scienziati inglesi “avrebbero compiuto significativi passi avanti” nella corsa per la ricerca di un vaccino contro l’epidemia in arrivo dalla Cina.
“Una proroga dell’attuale ripresa è ora una possibilità reale in quanto gli investitori digeriscono utili societari positivi e notizie rassicuranti provenienti dalla Cina sul coronavirus, che probabilmente raggiungerà il picco il 21 febbraio”, spiega Pierre Veyret, analista tecnico di ActivTrades, aggiungendo che la Cina ha anche confermato che una delle sue università ha trovato un farmaco “efficace” per curare le persone che hanno contratto il virus.
“Gli investitori non hanno avuto bisogno di molto per cambiare la loro posizione di trading e hanno acquistato beni percepiti come piu’ rischiosi ancor prima del discorso di Christine Lagarde di oggi e dei tanto attesi dati sul lavoro degli Stati Uniti previsti per venerdì”, aggiunge l’esperto.
E così dopo un avvio all’insegna della debolezza gli indici del Vecchio continente hanno ripreso slancio, capeggiati dal Dax che avanza di quasi l’1% a 13.407 punti. Bene anche il Cac e il Ftse 100 che guadagnano circa lo 0,8%. Intonazione positiva anche per Piazza Affari, con il Ftse Mib che ha riagganciato la soglia di 24mila punti. Sul listino milanese brilla Intesa Sanpaolo che continua la sua avanzata all’indomani dei conti 2019, tornando a vedere i massimi da settembre 2018. In rialzo gli industriali, con Pirelli e Prysmiam che avanza di oltre il 2%.
Alle notizie più rassicuranti sul fronte de coronavirus si aggiungono quelle macroeconomiche: all’inizio del 2020 l’economia dell’eurozona ha registrato una crescita più forte. In numeri, l’indice finale delle attività terziarie nell’Eurozona si è attestato a 52,5 in salita rispetto alla stima flash a 52,2, mentre l’indice finale composito della produzione nell’Eurozona è salito a 51,3.
“Il nuovo aumento dell’indice principale PMI, che ha registrato il valore più alto da agosto, rafforza la convinzione che l’economia dell’eurozona sembra trovarsi ad un punto di svolta”, sottolinea Chris Williamson, chief business economist presso Ihs Markit -. Anche se la crescita è rimasta sottotono, con l’indagine che segnala una crescita trimestrale del PIL appena inferiore allo 0.2%, il settore manifatturiero sembra finalmente essersi stabilizzato dopo la pesante recessione avutasi lo scorso anno. La crescita del terziario ha invece resistito con successo grazie soprattutto al migliorato mercato del lavoro”.
Nel pomeriggio si attendono poi le prime indicazioni dal mercato del lavoro Usa, con la stima ADP della variazione degli occupati non agricoli privati per il mese di gennaio. In agenda, sempre per gli Usa, anche la bilancia commerciale e l’indice Ism non manifatturiero. Attesa anche per il voto al Senato sul processo di Impeachment a Trump.
Certo, sullo sfondo restano i timori per il reale impatto del diffondersi del coronavirus sull’economia cinese e globale. Steve Cochrane, responsabile economista dell’area Asia-Pacifico per Moody’s, ha fatto notare che gli effetti negativi potrebbero ridurre il Pil cinese del primo trimestre del 2020 dell’1,2%, e quello dell’intero 2020 dello 0,3%. Intanto la Commissione sanitaria nazionale cinese ha aggiornato il bilancio delle vittime, salite nelle ultime ore a 490 persone. “Nonostante il numero dei contagiati e dei morti stia continuando ad aumentare (24.619 e 493 rispettivamente), il problema sembra al momento rimanere localizzato con ancora pochi casi di contagio al di fuori della Cina – spiegano gli strategist di Mps Capital Services -. A ciò si aggiunge anche la continua immissione di liquidità da parte della Banca Centrale cinese che, nonostante il drenaggio di stanotte, da inizio settimana ha introdotto nel sistema finanziario circa 75 miliardi di dollari (ammontare al netto delle scadenze)”.