Notizie Notizie Mondo Mercati europei non si fermano: Dax stacca tutti dopo dati industria, Ftse Mib rivede massimi maggio 2018

Mercati europei non si fermano: Dax stacca tutti dopo dati industria, Ftse Mib rivede massimi maggio 2018

9 Gennaio 2020 09:56

La De-escalation delle tensioni geopolitiche sostiene i mercati, compresi quelli europei. E questa mattina si continua a respirare un’aria positiva: a Francoforte galoppa il Dax che mette a segno un rialzo di quasi l’1,5% a 13.516,6 punti grazie ai positivi dati sono arrivati questa mattina dalla produzione industriale di novembre, mentre il Cac40 e il Ftse 100 segnano una crescita rispettivamente dello 0,62% e dello 0,74 per cento. Avanza anche Piazza Affari, con il Ftse Mib che sale dello 0,84% sopra i 24mila punti e aggiorna in avvio di giornata i massimi a oltre un anno e mezzo (maggio 2018).

Ieri è stata una seduta a due facce: la prima parte della giornata è stata dominata dalle vendite dopo l’attacco da parte dell’Iran contro due basi in Iraq, ma è stato solo una reazione a caldo perché poi le Borse hanno risalito la china sui segnali in arrivo da Teheran che fanno intendere la mancanza della volontà di innescare un’escalation contro gli Stati Uniti.

Sotto la lente (come spesso accade) le parole del presidente americano, Donald Trump, che ha commentato che “nessun americano è stato ferito nel corso del raid” (contrariamente a quanto ha affermato la stampa iraniana, che ha parlato di ’80 terroristi americani uccisi’) e che il “danno è stato minimo”. A suo avviso, Teheran starebbe abbassando inoltre per prima i toni, cosa che lui stesso, sembra, sarebbe disponibile a fare, visto che “Abbiamo missili, non c’è bisogno di usarli” e che “Gli Stati Uniti sono pronti alla pace con qualsiasi paese la cerchi”. Ancora, il presidente ha detto che “non abbiamo bisogno del petrolio del Medio Oriente”. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti “imporranno immediatamente sanzioni economiche punitive contro il regime iraniano”, e “all’Iran non sarà mai consentito di avere armi nucleari”.

Per il momento, nemmeno con l’aiuto dell’incidente Usa – Iran queste letture sono riuscite ad abbattere il momentum dell’azionario – sottolinea Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr. -. Vale la pena di ricordare che i risvegli da questo tipo di idilli possono essere piuttosto bruschi, come successo a fine gennaio 2018 per esempio. Come recita la quarta regola di Farrell ‘le salite e le discese a ritmi esponenziali solitamente durano più di quanto uno si aspetti, ma non terminano con movimenti laterali’. Vedremo”.

Sersale analizza la seduta di ieri, che ha visto i cali in mattinata per poi tornare agli acquisti, e si sofferma sul fatto che (forse) l’archiviazione della crisi potrebbe essere stata un po’ frettolosa. Perchè, spiega l’esperto, bisogna considerare alcune questione come il fatto che l’Iran ha parecchie anime, e non è affatto detto che tutte siano così ansiose di considerare chiusa la questione”. E poi ci sono le strategie oblique, aggiunge, la questione nucleare, i gruppi di influenza negli altri paesi, ed eventualmente un aumento del rischio attentati. Il prossimo periodo caldo potrebbe avvenire attorno all’anniversario della Rivoluzione (11 febbraio).

Anche Robert Carnell, chief economist head of research Asia-Pacifico di Ing, mostra una certa cautela e paragona quanto accaduto a un copione degno di una serie di Netflix (con tutti colpi di scena che si sono susseguiti). “Sarò molto cauto prima di fare qualsiasi interpretazione di eventi futuri”, sottolinea Carnell.

Sotto la lente anche le commodity, con l’oro, bene rifugio per eccellenza, che ha ingranato la retromarcia in uno scenario risk on per i mercati. Poco dopo le 9.30, le quotazioni del metallo prezioso sono in contrazione di circa lo 0,7% in area 1.548,6 dollari l’oncia. In ripresa, invece, il petrolio dopo i forti cali nella notte: il Wti (riferimento Usa) torna a ridosso dei 60 dollari al barile (+0,42% a 59,86 dollari) e il Brent (riferimento europeo) in area 65,7 dollari (+0,4%).