Mercati europei misti nel giorno della Fed. Rialzo scontato, attesa per le parole di Yellen su prospettive future
I mercati europei iniziano la seduta in calo, con gli investitori che attendono le indicazioni che arriveranno stasera dalla Federal Reserve (Fed). E sul mercato forex il dollaro si mostra poco mosso dopo l’esito delle elezioni nello stato dell’Alabama, che hanno decretato la vittoria del candidato democratico Doug Jones.
Ma andiamo con ordine. Il market mover della giornata è senza dubbio rappresentato dalla riunione della banca centrale americana, che culima stasera con l’annuncio di politica monetaria da parte del Fomc, il braccio operativo della Fed. Il mercato non sembra avere quasi più dubbi: la Fed procederà a un nuovo rialzo (la terza stretta del 2017 dopo quella di marzo e giugno) di 25 punti base del costo del denaro Usa, che verrebbe così portato nella forchetta compresa tra l’1,25% e l’1,5 per cento. Se la stretta è data per scontata dal mercato, l’attenzione sarà rivolta alla conferenza stampa della governatrice uscente Janet Yellen, l’ultima sotto la sua presidenza.
L’agenda di oggi prevede un altro dato di rilievo per gli Stati Uniti: ossia l’inflazione per il mese di novembre, che dovrebbe segnare un’accelerazione a +2,2% annuo dal +2% precedente. In mattinata in arrivo gli aggiornamenti sull’andamento della produzione industriale italiana e della zona euro.
Nel Vecchio continente prevale dunque l’incertezza: a Londra il Ftse 100 segna un +0,02%, segno meno invece per il Dax e il Cac40 che cedono circa lo 0,06 per cento. Giù anche Piazza Affari, con il Ftse Mib che cede lo 0,15% a 22.693,67 punti. Misti i titoli del comparto finanziario: tra i migliori del listino milanese Generali (+1,05%), bene anche Intesa Sanpaolo (+0,48%). La maglia di peggiore la indossa Bper che indietreggia dell’1,45 per cento.
Sul mercato forex, tenta il recupero il dollar index che si era indebolito nella notte in scia alla notizia della sconfitta dei Repubblicani in Alabama. Una tornata elettorale in cui si è imposto il democratico Doug Jones, con il 49,6% dei voti favorevoli. In questa elezione suppletiva per il Senato americano, i repubblicani di Donald Trump, rappresentati dal candidato Roy Moore, perdono in uno stato, quello dell’Alabama, noto per essere la roccaforte del partito. Con la vittoria di Jones, la maggioranza dei repubblicani al Senato si assottiglia a 51 seggi: una notizia negativa, soprattutto in vista dei tentativi del partito di Trump di far passare al Congresso la riforma fiscale. Il Dollar index viaggia in lieve calo a 94,04, mentre il cambio euro/dollaro è poco mosso in area 1,1743.
“L’appuntamento più importante sarà comunque con il Fomc, non tanto per il rialzo immediato dei tassi – perlopiù scontato – quanto per le prospettive future“, indicano dall’ufficio studi di Intesa Sanpaolo nella nota giornaliera “Forex Flash“. E secondo gli esperti della banca italiana “saranno tre i punti chiave all’ordine del giorno, anche in considerazione del cambio al vertice che vedrà Powell subentrare a Yellen dopo febbraio e la sostituzione di altri membri del board nel corso del 2018. Innanzi tutto, la previsione di rialzi per il 2018 (attualmente la Fed ne ha in programma tre); la valutazione della natura, transitoria o meno, del rallentamento dell’inflazione; e infine la valutazione dell’impatto della riforma fiscale”.
“Se la Fed manterrà la previsione di tre rialzi, esprimendo un giudizio più favorevole sullo scenario di crescita-inflazione anche alla luce degli effetti attesi della riforma fiscale, il dollaro dovrebbe apprezzarsi ulteriormente”, affermano da Intesa Sanpaolo.