Mercati europei incerti: si guarda al voto in Catalogna. Dollaro non sfrutta notizia riforma Usa
I mercati europei mostrano una certa cautela nella penultima seduta della settimana, con la riforma fiscale statunitense che rimane ancora in primo piano dopo aver ottenuto anche l’approvazione della Camera. Adesso si attende solo la firma del presidente Usa, Donald Trump, che dovrebbe arrivare in questi giorni o all’inizio del nuovo anno.
Secondo la lettura degli esperti dell’ufficio studi di Mps Capital Services, “il mercato sembra essere orientato alle prese di profitto di fine anno, come testimoniato dal calo generalizzato degli asset rischiosi e dal proseguimento delle vendite sui titoli governativi, sia negli Stati Uniti sia in Area euro. In rialzo anche le quotazioni aurifere mentre a completare il quadro di risk off manca l’apprezzamento dello yen, che, al contrario, si è deprezzato verso tutte le principali valute complice una BoJ ancora molto accomodante”. Tra gli appuntamenti di giornata, c’è il voto in Catalogna, dove si fronteggeranno unionisti e indipendentisti.
Tra i dati da monitorare oggi il dato finale del Pil degli Stati Uniti per il terzo trimestre, le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione, ma anche la fiducia dei consumatori nella zona euro. Per quanto riguarda l’Italia, oggi non sono previste indicazioni macro, mentre proseguono le audizioni alla commissione sulle banche, con l’intervento odierno degli ex ministri dell’Economia Grilli e Saccomanni. Alla Camera intanto comincia l’esame in aula della legge di bilancio.
In questo clima, nel Vecchio continente prevalgono i segni meno: a Francoforte il Dax cede lo 0,37%, mentre il Cac40 perde lo 0,25 per cento. Giù anche a Madrid anche l’indice Ibex che segna un calo dello 0,26 per cento. Tentano, invece, il recupero la borsa di Londra e quella di Milano, con il Ftse 100 e il Ftse Mib che salgono rispettivamente dello 0,08% e dello 0,05 per cento.
Lato forex, il cambio euro/dollaro avanza dello 0,08% a 1,1880. “Il dollaro per ora non ha tratto beneficio dall’approvazione della riforma, per i dubbi sull’entità effettiva dell’impatto sulla crescita, ma dovrebbe trarne più avanti, all’avvicinarsi del prossimo rialzo dei tassi Fed. Lo stimolo alla crescita, per quanto contenuto, sarà infatti concentrato nel breve, tra 2018 e 2019, e questo dovrebbe consentire alla Fed di fare l’anno prossimo i tre rialzi preventivati alla riunione di dicembre, che il mercato però non sconta appieno”, spiega Intesa Sanpaolo nella “Forex Flash“.