Mercati emergenti: le scelte di investimento promosse da Moody’s e Credit Suisse
Diversi sono i problemi globali che attanagliano i mercati emergenti. Tuttavia, alcuni di essi mostrano una resilienza maggiore di altri. E’ quanto emerge da una nota di Moody’s dedicata agli emergenti.
Dal report risulta che, nel corso del 2019, i paesi del blocco si confermeranno “ampiamente stabili”. Saranno, in particolare, i “loro solidi bilanci, la crescita interna e la messa in atto di politiche a sostegno di essa” che permetteranno al settore di far fronte a sfide come il rallentamento dell’economia globale, l’aumento dei tassi di interesse, il protezionismo nel commercio e le tensioni geopolitiche.
L’agenzia di rating ha avvertito comunque che esiste il pericolo di situazioni di stress sul fronte del credito, soprattutto a carico di quelle nazioni caratterizzate da squilibri macroeconomici o rischi politici e, in particolare, “per quelle che sono molto dipendenti dai finanziamenti internazionali”.
Da segnalare che, dal picco testato a gennaio, l’MSCI Emerging Markets Index – che include le azioni di società grandi e di media capitalizzazione in 24 paesi – è sceso di oltre -20%, scivolando dunque nel mercato orso.
Ora, alcuni investitori del calibro di Mark Mobius, co-fondatore di Mobius Capital Partners, ritengono che sia arrivato il momento di acquistare azioni dei mercati emergenti.
Moody’s ritiene che le economie dell’America Latina, in particolare, dovrebbero vivere una fase di ripresa, dopo il periodo di bassa crescita del 2016-2017: in particolare, l’agenzia è fiduciosa che i nuovi governi che si sono insediati in Brasile e Messico, renderanno la direzione di politica economica più chiara nel 2019.
Eccezione negativa sarà l’Argentina, dopo il crollo della sua valuta, che ha quasi dimezzato il suo valore nei confronti del dollaro, e successivamente all’accordo di settembre con cui l’Fmi ha acconsentito a erogare aiuti per $57 miliardi, attraverso l’operazione di bailout più imponente della storia del Fondo Monetario Internazionale.
Moody’s prevede che il PIl reale dell’Argentina scenderà il prossimo anno dell’1,5%.
L’escalation della guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina dovrebbe rendere più vulnerabili paesi fortemente dipendenti dal commercio, come Malesia, Thailandia e Vietnam.
Occhio alla nota dedicata agli emergenti che arriva anche da Suresh Tantia, strategist degli investimenti presso Credit Suisse, intervistato dalla Cnbc.
Per Tantia, Singapore è un paese emergemte che potrebbe “iniziare a sovraperformare” il mercato. Paesi emergenti interessanti vengono considerati anche la Cina e l’Indonesia anche se, nel caso della prima, non si può prescindere dai timori sulla guerra commerciale, che rappresentano “un problema molto complesso”.
Lo strategist crede che comunque il presidente cinese Xi e quello americano Donald Trump riusciranno a raggiungere un accordo in occasione del meeting del G20.
Sull’Indonesia, Tantia crede che “il mercato potrebbe continuare a fare meglio degli altri, visto che le valutazioni sono ancora piuttosto ragionevoli e la crescita degli utili è molto migliorata, se si considera il rialzo del 10% atteso per i prossimi 12 mesi”.