Notizie Notizie Mondo Mercati: dopo un anno da record, il 2020 si è aperto all’insegna della preoccupazione

Mercati: dopo un anno da record, il 2020 si è aperto all’insegna della preoccupazione

7 Gennaio 2020 15:39

Dopo un anno (e un decennio) da record per i mercati finanziari, il 2020 si è aperto all’insegna della preoccupazione per questioni vecchie e nuove in un contesto economico che comunque sembra in miglioramento. Così afferma Roberto Rossignoli, Portfolio Manager di Moneyfarm che individua i temi centrali che stanno caratterizzando i mercati in questo inizio d’anno.

I temi principali di mercato ad inizio 2020: dalla crisi in Medio Oriente…

In primo luogo l’azione militare con cui gli Usa hanno ucciso il generale Qasem Soleimani, un alto ufficiale iraniano, regista della strategia politica e militare di Teheran nel Medio Oriente e figura estremamente popolare, non solo in Iran. Da lì è iniziata un’escalation che ha colto di sorpresa i mercati finanziari che hanno inizialmente reagito con perdite generalizzate (poi in parte recuperate prima della chiusura), mentre il petrolio si è apprezzato di oltre il 4% sulla scia di timori su possibili ripercussioni lato offerta. A differenza dell’amministrazione precedente,          quella di Donald Trump ha individuato in modo chiaro l’Iran come una minaccia con cui non è utile dialogare. In breve tempo Trump ha recesso dall’accordo di non-proliferazione nucleare firmato dal suo predecessore e ristabilito le sanzioni economiche verso Teheran. Un’altra caratteristica della politica estera di Trump è stata quella di non avere paura di agire con azioni mirate anche molto decise in casi di escalation come deterrente. Una sorta di escalation ‘controllata’ dei conflitti con l’obiettivo di mostrarsi pronto a ogni soluzione e scoraggiare ulteriori azioni da parte dei propri avversari, che è molto rischiosa – afferma Rossignoli – e crea una buona dose di incertezza, ma ha funzionato, anche con una certa efficacia, contro la Nord Corea e contro Assad in Siria.

…alla tregua Usa-Cina

La crisi in Medio Oriente però non è l’unica notizia ad aver condizionato l’andamento dei mercati negli ultimi giorni. Poco prima della fine dell’anno Usa e Cina hanno annunciato la firma di un nuovo accordo commerciale il 15 gennaio che pone un freno all’escalation della guerra dei dazi, almeno nel breve termine. Una mossa inaspettata secondo l’analista di Money Farm che potrebbe preludere a un ulteriore diminuzione dei tassi di riferimento da qui a fine anno. La notizia – insieme alla schiarita sulle tensioni commerciali – aveva dato ulteriore spinta ai mercati azionari che il 2 gennaio avevano raggiunto i massimi storici.

Guardando all’Europa invece arrivano notizie di ripresa. Il mercato del lavoro tedesco, nel 2019, ha fatto registrare un anno da record, nonostante la crescita economica sottotono. A dicembre, infatti, l’inflazione ha sorpreso in positivo sia in Francia sia in Germania, questa potrebbe non essere una buona notizia per i mercati a causa degli effetti avversi che un’inflazione sopra le aspettative potrebbe avere sulla direzione della politica monetaria che, per adesso, rimane un fattore decisivo e positivo per l’andamento dei mercati. “In generale – conclude Rossignoli – se l’equilibrio si mantenesse, le asset class europee potrebbero avere quest’anno la possibilità di recuperare parte di quanto hanno pagato negli ultimi anni rispetto a quella americana. Non bisogna però sottovalutare i molti elementi di incertezza: il quadro politico rimane instabile, gli ultimi dati dell’Eurobarometro mostrano come la fiducia dei cittadini europei verso l’Ue sia ai minimi storici, anche in Paesi fondatori come la Francia (interessata da diffuse proteste contro la riforma delle pensioni) e l’Italia”.