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Mercati di Frontiera, La crescita del Ghana nel radar degli investitori

5 Aprile 2018 13:56

 

 

Il Ghana, seconda economia dell’Africa occidentale, si appresta a segnare un’ottima crescita nel 2018. Nonostante abbia attraversato negli ultimi anni un periodo complicato, fatto di crisi valutarie, inflazione a doppia cifra, tassi di interesse molto elevati e un livello del debito pubblico in aumento, oggi – come spiega Oliver Bell, gestore di T. Rowe Price, che si è recato nel Paese e ha toccato con mano gli sviluppi positivi – la crescita del Ghana è in ripresa e l’economia è entrata in una fase di transizione.

 

Economia in netta ripresa

 

E infatti il Fondo Monetario Internazionale si aspetta che la crescita del Pil in Ghana salga all’8,6% nel 2018, ben al di sopra del 3,4% previsto per il resto della regione sub-sahariana. Per l’economia ganhese – che è guidata dalle esportazioni di petrolio, oro, cacao e legname – il recente aumento delle quotazioni e della produzione del petrolio rappresentano i principali driver del miglioramento dell’outlook, mentre la tendenza in ribasso dell’inflazione ha portato a una ripresa della domanda domestica.

Tullow Oil, una delle posizioni del nostro fondo nel settore del petrolio e del gas, è stato uno dei maggiori beneficiari di questo contesto, aumentando la produzione nel sito “TEN fields” al largo della costa ghanese”, spiega Bell.
Anche la situazione politica stabile, aggiunge Bell, ha aiutato a migliorare l’outlook del Paese. Il Governo del Presidente Nana Akufo-Addo, al potere da gennaio 2017, ha fatto notevoli progressi verso la riduzione della spesa pubblica e il raggiungimento degli obiettivi di bilancio.

Una perdurante disciplina fiscale sarà di vitale importanza per l’inversione di rotta del Ghana, considerando soprattutto il suo rapporto debito/Pil attorno al 70% e la probabilità che l’FMI concluda il suo programma nel Paese a dicembre”, aggiunge il gestore.

 

Comparto bancario sotto i riflettori

 

Quanto al settore bancario, come spiega Bell, ha incontrato difficoltà riguardo alla qualità degli asset, e il portafoglio dei prestiti è stato influenzato dai minori prezzi del petrolio e dall’esposizione su alcune società pubbliche del settore energetico che stanno tuttora faticando molto.

La Bank of Ghana ha quindi aumentato notevolmente i requisiti di capitale per gli istituti locali, da 125 milioni di cedi ghanesi a circa 400 milioni (attorno a 100 milioni di dollari), con l’obiettivo di innescare un consolidamento del settore riducendo il numero di banche da 34 a circa 24.
D’altra parte, mentre l’espansione del credito nel settore privato è stata controllata, la crescita annua dei prestiti è aumentata fino a raggiungere il 5 per cento. “Le due banche che abbiamo incontrato mirano a un livello compreso tra 10% e 20% per il 2018”, dice Bell. Che spiega: “Standard Chartered Ghana ha espresso ottimismo riguardo alle prospettive dei fondamentali in Ghana e si aspetta che ciò porterà a maggiori livelli di ROE. Questa banca ha il più alto rapporto di non-performing loan (NPL) del settore, al 45% rispetto al 21% in media, ma i rapporti di copertura dei debiti sono solidi. Più preoccupante è la liquidità limitata e il rapporto price-to-book (P/B), in seguito a un forte aumento dei prezzi delle azioni nel 2017”.
“EcoBank Ghana – aggiunge il gestore – ha mostrato invece un approccio più proattivo riguardo alla qualità degli asset e ha diminuito il proprio rapporto di NPL, portandolo al 12%. Il miglioramento dei fondamentali e un forte team dirigenziale la rendono un’opportunità interessante”.
“In conclusione, siamo tornati dal nostro viaggio in Ghana con un maggiore ottimismo circa gli sviluppi del Paese. Ci sono poi numerosi titoli azionari nel nostro radar, nel caso le valutazioni dovessero muoversi verso livelli allettanti”, conclude Bell.