Mercati: dalle prossime mosse della Bce attesi nuovi record ma ci sono tre fattori di rischio
I mercati si sono tranquillizzati grazie alla Federal Reserve che si è detta pronta ad intervenite ma si tratta di un equilibrio precario che potrebbe cambiare per tre ragioni. A individuare questi tre fattori di rischio per la seconda parte dell’anno è Olivier De Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l’Echiquier.
I tre fattori di rischio nella seconda parte dell’anno
Il primo, a detta dell’esperto, riguarda la politica monetaria. Gli investitori continuano ad anticipare fino a tre tagli nel 2019, che si rivelano piuttosto distanti dallo scenario della banca centrale, anche perché, ricorda De Berranger, la Fed non ha mai tagliato i tassi tre volte di seguito in sei mesi, tranne durante un episodio di recessione conclamata, cosa che oggi non c’è negli States. “È quindi probabile un ridimensionamento delle aspettative di mercato, con conseguente aumento dell’avversione al rischio” scrive l’esperto. In Europa, invece, la politica monetaria potrebbe generare una piacevole sorpresa visto che le prossime mosse della BCE (abbassamento del tasso sui depositi, ripresa degli acquisti e misure compensative per le banche) non sono altrettanto scontate nei prezzi. La loro effettiva attuazione, sottolinea l’analista, potrebbe quindi consentire ai mercati di raggiungere nuovi record.
Secondo fattore di rischio per la seconda parte dell’anno secondo Olivier De Berranger, riguarda i risultati aziendali del secondo trimerstre che potrebbero portare qualche delusione che finirà per intaccare la fiducia degli investitori. D’altro canto, sototlinea l’esperto, le sorprese positive riferite ai segmenti più ciclici del listino, il cui rimbalzo è stato inferiore dall’inizio dell’anno, dovrebbero dare un secondo impulso al trend rialzista. Infine ultimo fattore riguarda la politica. Brutte sorprese si temono per quanto riguarda un accordo tra Cina e Usa sul fronte commerciale ma anche dal tema Brexit che tornerà in autunno fino alle tensioni in Medio Oriente e Iran in particolare. Un grave conflitto nella zona comprometterebbe sicuramente la fiducia nei mercati. In vista dell’inizio della pausa estiva – conclude l’esperto – le banche centrali continuano a essere il più possibile rassicuranti e per gli investitori non mancano di certo le aree di attenzione.