Mercati: Borse europee inflazione Usa e riunione BoE. Dollaro sorvegliato speciale
Dopo una prima parte della settimana positiva, le Borse europee scivolano in territorio negativo (seppure con ribassi moderati) dopo le deludenti indicazioni arrivate dalla Cina e in attesa delle indicazioni che arriveranno dalla Bank of England (BoE) e dall’inflazione statunitense, soprattutto per i risvolti in chiave mercato valutario e in ottica Fed. Sui listini del Vecchio continente prevale una certa prudenza, con il Dax di Francoforte che cede lo 0,26% a 12521,46 punti, mentre il Cac40 e il Ftse 100 lasciano sul terreno rispettivamente lo 0,13% a 5210,9 e lo 0,05% a 7375,77 punti.
I mercati europei si sono svegliati con le deludenti indicazioni giunte dalla Cina con la produzione industriale e le vendite al dettaglio in rallentamento e sotto le stime del mercato, ma il piatto forte è rappresentato dal dato sull‘inflazione a stelle e strisce. “È un dato che per 5 mesi consecutivi è risultato inferiore alle attese e rappresenta il principale cruccio della Fed, degli economisti e, da un certo punto di vista, dello stesso mercato che da mesi vedrebbe in pressioni inflattive (e salariali) più visibili una rassicurante conferma di trovarsi al cospetto di una normale fase di crescita, pur nella parte finale di ciclo economico”, spiega Alessandro Balsotti, head of Asset Management di JCI Capital Limited. Un dato importante soprattutto in ottica Fed, con la riunione della banca centrale americana prevista per il prossimo 20 settembre che è oramai alle porte. E in tema di banche centrali, i mercati guardando anche al meeting odierno della Bank of England. Visto che sul fronte tassi non sono attese sorprese, con una conferma del tasso benchmark al minimo storico dello 0,25%, gli investitori punteranno l’attenzione al contenuto del comunicato che verrà diffuso con la decisione di politica monetaria. L’istituto guidato dal canadese Mark Carney deve fare i conti con l’inflazione in accelerazione (2,9% annuo ad agosto) che aumenta le pressioni per un futuro rialzo dei tassi.
“Mark Carney non è sicuramente in una situazione facile con un’inflazione importata dallo shock valutario portato dalla Brexit che distingue la Gran Bretagna dal resto del mondo sviluppato ma sta anche erodendo visibilmente il reddito disponibile dei consumatori”, commenta Alessandro Balsotti, spiegando che “alzare i tassi vorrebbe invece dire comunque penalizzare, per altra via, un settore privato indebitato”. “In genere i policy-maker di fronte a questa scelta preferiscono lasciare che sia l’inflazione, più subdola e meno esplicita, a portare sofferenza. Non sempre però le banche centrali con i loro mandati molto espliciti hanno questo lusso”, conclude l’esperto.
Sul mercato forex fari sul dollaro dopo il recupero di ieri in scia alle notizie che sono arrivate dal fronte politico americano. “Al venire meno dei timori legati a rischio meteo (uragani) e geopolitici (Nord Corea), sta progressivamente subentrando l’impressione di un Congresso più attivo”, segnala l’ufficio studi di Mps Capital Services. In particolare, il capogruppo repubblicano alla Camera, Paul Ryan, ha annunciato che una bozza del testo relativo la riforma fiscale proposta dai repubblicani verrà presentata nell’ultima settimana di settembre. L’euro/dollaro si è così portato sotto la soglia di 1,19, ma stamattina è un passo dal recupero di tale livello. Poco mosso il dollar index, che si mantiene sopra quota 92.