Notizie Notizie Italia Mediobanca: 2017 è l’anno del “risveglio” per le imprese italiane

Mediobanca: 2017 è l’anno del “risveglio” per le imprese italiane

9 Agosto 2018 16:19

Il 2017 per le imprese italiane è stato l’anno del risveglio in quasi tutti i comparti. A dirlo un’analisi dell’area studi di Mediobanca intitolata “Dati Cumulativi di 2075 imprese italiane”, un focus completo e aggiornato sui dati di bilancio aggregati delle principali imprese industriali e di servizi italiane nell’arco temporale compreso in un decennio, tra il 2008 e il 2017.

In particolare l’indagine ha esaminato le 2075 società italiane che rappresentano il 50% del fatturato industriale e di quello manifatturiero italiano, il 37% di quello dei trasporti e il 41% della distribuzione al dettaglio, includendovi tutte le aziende italiane con più di 500 dipendenti e circa il 20% di quelle di medie dimensioni (50-499 addetti). In base all’assetto proprietario rilevato a fine 2017, il fatturato delle 2075 società si ripartisce come segue:
• 20% è relativo a 153 imprese controllate dalle Amministrazioni Pubbliche italiane
• 47% riguarda 1365 imprese controllate da privati di nazionalità italiana
• 33% si riferisce a 557 società che fanno capo a soggetti di nazionalità estera.

Il trend di vendite e settori

Nel 2017 le 2075 principali imprese industriali e di servizi italiane hanno aumentato il fatturato del 5,8% interrompendo un quadriennio di cali consecutivi. In aumento l’export (+7,1%) e ha ben figurato anche il mercato domestico (+5,2%). Il fatturato aggregato è tornato sui livelli del 2008 (-0,6%), resta molto al di sotto il mercato interno (-10,4%) mentre l’export si è portato a +25,2%. Il ‘risveglio’ del 2017 ha interessato tutti i comparti, tanto le imprese pubbliche (+6,7%), quanto le private (+5,6%) e quelle a controllo estero (+4%); sono avanzati l’industria (+6,6%), il terziario (+3,2%) e la manifattura (+6,1%); dentro la manifattura hanno fatto bene tanto le grandi imprese (+6,9%), quanto le medio-grandi (+6,8%) e le medie (+6,6%) e con loro tutto il made in Italy (+4,6%).

A guadagnare terreno nel 2017 quasi tutti i settori merceologici, con tre sole eccezioni: l’emittenza TV (-1,9%, per minore canone e calo degli abbonamenti), l’editoria (-3,3%) e, soprattutto, le imprese di costruzione (-3,5%) che flettono per il secondo anno consecutivo per l’esaurimento delle grandi commesse in Italia e all’estero. I settori top seller nel 2017? Ai primi posti metallurgia (+17,9% sul 2016), petrolifero (+11,4%), cartario (+9,2%), pelli e cuoio (+9%), seguito da impiantistico (+8,7%), mezzi di trasporto (+7,2%), trasporti (+7,1%), gomma e cavi (+6,9%), chimico (+6,8%) ed energetico (+6,2%). E dal 2008 quali sono i settori top seller? Sicuramente pelli e cuoio (+52,5%), local utilities di acqua, igiene ambientale, aeroporti e autostrade (+33,2%), mezzi di trasporto (+29,9% ma solo +9,9% senza FCA), bevande (+29,2%), conserviero (+28,1%), trasporti (+22,6%) e Gdo, soprattutto non alimentare e discount (+21,8%). I peggiori – sempre dal 2008 – sono l’editoria (-42,1%), i prodotti per l’edilizia (-36,5%), il petrolifero (-35,6%), l’impiantistico (-23,5%) e le Tlc (-22,7%

Lo studio di Mediobanca ha anche messo in luce come nel 2017 le aziende straniere hanno investito in Italia 10,9€ mld contro i 18,5€ mld delle società a controllo italiano. Inoltre pagano stipendi maggiori del 10% e hanno una produttività superiore del 12,5% e infine sono più efficienti e dunque competitive nel chimicofarmaceutico e nella meccanica, pari nell’alimentare, meno performanti nei beni per la persona e la casa.