Mediaset: Vivendi in campo contro holding olandese
Vivendi alza i toni contro Fininvest, azionista di maggioranza di Mediaset 44,175% del capitale, sul progetto di creazione della holding con sede legale in Olanda (Media for Europe) che racchiuderà le attività in Italia e Spagna.
Dopo aver contestato l’approvazione del voto multiplo italiano nell’assemblea di aprile alla quale i francesi non sono stati ammessi, Vivendi denuncia l’operato di Fininvest che, con il trasferimento della sede in Olanda e l’introduzione del voto multiplo, prenderebbe il controllo assoluto del gruppo senza offrire un adeguato premio agli azionisti di minoranza.
Secondo un portavoce del gruppo francese, attraverso il piano volto alla creazione di una società olandese, “Mediaset intende aggirare i principi fondamentali della democrazia tra gli azionisti. La bozza di statuto prevede che, nel tempo, vengano acquisiti diritti di voto multipli, disposizione che andrà principalmente a vantaggio di Fininvest e le consentirà di assumere il controllo della società. La rappresentanza degli altri azionisti nel consiglio di amministrazione sarà notevolmente indebolita”.
Prezzo di recesso ben al di sotto del valore intrinseco di Mediaset
“Questa è la prima volta in assoluto in cui una società, in questo caso è Fininvest, cerca di prendere il controllo totale di un’altra società non solo senza offrire alcun premio ma soprattutto, facendolo a sconto, andando così contro gli interessi di tutti gli azionisti di minoranza”. Lo sottolinea il portavoce di Vivendi, aggiungendo che “Fininvest sta lavorando per ottenere il controllo di Mediaset acquisendo quote degli azionisti di minoranza ad un ottimo prezzo. Il prezzo di recesso di 2,77 per azione di Mediaset è di circa il 30% più basso rispetto al prezzo medio che Fininvest ha pagato ad aprile e a maggio 2017 per l’acquisto delle azioni (3,67 euro) e anche minore del prezzo medio pagato da Vivendi nel 2016 (3,70 euro). Il prezzo fissato è ben al di sotto del valore intrinseco della società”. Anche se vale la pena ricordare che il prezzo di recesso è fissato dalle regole (la media delle quotazioni degli ultimi sei mesi) e non per arbitrio.
Inoltre, il portavoce del gruppo francese osserva che “l’importo totale massimo fissato a 180 milioni di euro che riceverebbero gli azionisti che esercitano il proprio diritto di recesso non sarebbe sufficiente per l’acquisto delle azioni di tutti gli azionisti di minoranza”. Nel caso in cui le azioni eventualmente riconsegnate con il diritto di recesso non fossero ricollocate e si superasse l’importo massimo fissato a 180 milioni (per Mediaset Italia e Mediaset Espana), allora la creazione della nuova holding con sede legale in Olanda salterebbe.
Equita: Vivendi a favore di una casa della televisione europea
Gli analisti di Equita spiegano che “andrà verificato quali saranno ora le mosse legali di Vivendi e soprattutto se vi sarà una fase negoziale con Mediaset. Un eventuale recesso dell’intera quota di Vivendi metterebbe a rischio l’operazione. Continuiamo a ritenere che la struttura del nuovo gruppo (Media for Europe), maggiormente aperta ad aggregazioni internazionali, che dovrà essere approvata dall’assemblea di settembre, possa essere apprezzata anche da Vivendi il cui obiettivo dell’entrata in Mediaset era creare un gruppo Europeo dei media”.