Mediaset ko in Borsa, pesa l’outlook debole della pubblicità
Una giornata da dimenticare questa di oggi per il gruppo Mediaset che arriva a cedere in tarda mattinata alla borsa di Milano oltre l’8% ai minimi da dicembre 2016 all’epoca del tentativo di scalata da parte dei francesi di Vivendi.
Ieri il gruppo del Biscione ha reso noti a mercati chiusi i risultati dei primi 9 mesi del 2018 che vedono l’utile netto in flessione a 27 milioni di euro rispetto ai rispetti 34,5 milioni dello stesso periodo del 2017 e i ricavi attestarsi a 2,433 miliardi dai 2,473 miliardi di un anno fa. Il margine operativo lordo (Ebitda) è stato pari a 753,7 milioni contro gli 858,5 milioni del 2017, mentre il fatturato tra gennaio e settembre è stato di 2,43 miliardi contro i 2,47 dell’anno precedente, con un calo delle entrate sia in Italia che in Spagna. Mediaset ha segnalato che il terzo trimestre è stato decisamente migliore rispetto al pari periodo 2017 grazie ai ricavi della pay-tv e alla raccolta pubblicitaria salita del 3,7% grazie ai Mondiali di Calcio ma preoccupa l’andamento della pubblicità nei prossimi mesi.
La bocciatura degli analisti
“La visibilità sull’andamento della pubblicità rimane basse e a ottobre la raccolta è scesa dell1% per il venir meno dei diritti del calcio e il trend dovrebbe essere confermato nei prossimi mesi. Sul 2019 la visibilità rimane molto bassa a causa delle incertezze per lo scenario macroeconomico”. Lo scrivono gli analisti di Equita che hanno ridotto “la stima di raccolta pubblicitaria 2018 in Italia da +1,8% a +1,3% per l’effetto calcio (il quarto trimestre è atteso a -1%) e sul 2019 riduciamo dal precedente -2,2% a -3,4% (effetto World Cup e Diritti del Calcio). La stima di Ebit 2018 della integrated Tv è limata del 3% a 125 mln e quella 2019 del 9% a 225 mln”. A seguito di questa analisi, Equita decide di abbassare il target price a 3,2 euro (-4%), confermando il ratind hold. Sulla stessa linea anche Mediobanca Securities che ha ha ridotto il prezzo obiettivo da 3,7 a 3,5 euro (rating outperform) dopo aver ritoccato le stime alla luce della cessione di Ei Towers, dell’aggiornamento sulla raccolta pubblicitaria, sugli altri ricavi e sui costi e sul business spagnolo e anche Kepler Cheuvreux ha ridotto il prezzo obiettivo da 3,1 a 2,7 euro dopo i conti trimestrali “in linea” e “l’outlook debole sulla pubblicità”. Giudizi negativi che inevitabilmente si riflettono sull’andamento del titolo a Piazza Affari.