Massacro su titoli FANG e altri hi-tech appena iniziato. Parola di Morgan Stanley
L’alert sui titoli hi-tech Usa non solo non rientra, ma si intensifica, con Mike Wilson, responsabile strategist dell’azionario Usa di Morgan Stanley, che afferma che il potente sell off che si sta abbattendo sul comparto è appena iniziato.
“Stavolta è diverso”, ha detto Wilson, aggiungendo che “gli smobilizzi sono appena iniziati” e avvertendo che “questa correzione sarà la più imponente da quella che abbiamo sperimentato a febbraio”.
Basti pensare ai titoli FANG (Facebook, Amazon, Netflix e Google) che, con la seduta di ieri, hanno sofferto la perdita di valore di mercato più forte della storia: in fumo è andata infatti una capitalizzazione di $220 miliardi.
A scatenare l’ondata di vendite, partita la scorsa settimana, è stata la delusione degli investitori per i risultati di bilancio di colossi del calibro di Facebook e Twitter.
Lo strategist di Morgan Stanley ha fatto notare che, anche se la maggior parte delle società tecnologiche ha battuto le attese in questa stagione delle trimestrali, il mercato si è ritrovato a chiedere di più, fattore che ha scatenato i tonfi storici di titoli come Facebook e Twitter, per l’appunto, portando avanti un processo di deterioramento del momentum e provocando numerosi smobilizzi.
“Alla fine la sessione di venerdì – ha continuato l’esperto – ha decretato una certa spossatezza del mercato. Con il trimestre solido di Amazon ormai digerito e i dati sul Pil Usa del secondo trimestre molto solidi, gli investitori si sono trovati costretti ad affrontare una domanda: ‘E ora, cosa devo attendermi?”.
Tra l’altro, erano stati sempre gli strategist di Morgan Stanley, lo scorso 8 luglio, a rivedere al ribasso il rating sui titoli tecnologici a “sell”.
A tal proposito, Wilson rivela anche che, “da quando abbiamo alzato il giudizio sulle utility lo scorso 18 giugno, i settori difensivi hanno outperformato in modo significativo”.
“Sebbene la nostra nota non abbia previsto alcuna grave delusione sul fronte degli utili, ha suggerito comunque che il rischio legato alle azioni tecnologiche e ai titoli growth fosse in generale superiore a quello percepito. Di conseguenza, anche utili positivi (a nostro avviso) avrebbero potuto tradursi in reazioni deludenti dei titoli, e qualsiasi risultato inferiore alle attese sarebbe stato gravemente punito. A nostro vantaggio, possiamo dire che gli utili più deboli riportati da diversi leader del settore hi-tech e le forti delusioni di Netflix e Facebook non hanno fatto altro che avallare la nostra nota”.
Ancora peggio, Wilson ritiene che una liquidazione che colpisse i titoli tech/growth “potrebbe avere un impatto ancora più negativo su un portafoglio medio focalizzato sulle azioni tecnologiche, sui titoli dei beni di consumo discrezionali e sulle small cap”. L’alert, dunque, è rivolto in particolar modo a chi ha un portafoglio di investimenti così strutturato.