Manovra ottiene ok Ue, ma ora a far paura è il Mes. BTP, banche italiane pronte a spezzare doom loop?
Europa al centro dei riflettori in queste ultime ore, con la polemica politica infuriata sul Mes e la decisione della Commissione europea di promuovere la manovra italiana varata dal governo M5S-PD, così come i documenti programmatici di bilancio di alcuni paesi, anch’essi caratterizzati da elevati livelli dei debiti: una buona notizia per l’Italia, il cui mondo politico è tuttavia in fibrillazione. Nelle ultime ore, si parla della possibilità che l’Europa stia lavorando a una modifica del Mes (Meccanismo europeo di stabilità), che andrebbe a detrimento dell’Italia. Dubbi fomentati soprattutto dal leader della Lega, Matteo Salvini e da altri sovranisti come Giorgia Meloni.
Secondo il Carroccio il premier Giuseppe Conte avrebbe firmato, “magari di nascosto o di notte un accordo in Ue per cambiare il Mes”.
Non poteva mancare la reazione del leader del M5S Luigi Di Maio che, al Corriere della Sera, ha avvertito che una riforma che stritola l’Italia “è inaccettabile” e che ha reso anche nota la decisione di convocare il vertice del gruppo (M5S).
Motivo? “In Europa siamo stati abituati a colpi bassi in passato, che non abbiamo più intenzione di subire… Conte non ha firmato nulla e questo non è un vertice contro di lui, anzi lo sosteniamo. Ma è giusto fare il punto. Una riforma del Mes che stritola l’Italia non è fattibile”, ha detto Di Maio.
Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha indossato le vesti di paciere, comunicando ieri sera che la riforma del Mes, di fatto, sarà firmata a dicembre, ma rassicurando al contempo che l’Italia non sarà danneggiata in alcun modo.
Intervenendo alla trasmissione Otto e Mezzo su La7, Gualtieri ha affermato che “nessuno ha firmato nulla, quindi neanche l’Italia” e che “la firma del trattato avverrà a dicembre”. In ogni caso l’Italia non sarà assolutamente penalizzata. Riferendosi agli attacchi e alle accuse contro il premier Conte che sono stati lanciati dal leader della Lega Salvini e dal leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il titolare del Tesoro ha detto che “non sanno di cosa parlano” e ha definito il loro atteggiamento “grottesco”.
“Sostengo il mio predecessore, il Ministro Tria, che ha condotto questo negoziato ed è stato bravo. Salvini dovrebbe fare i complimenti a Tria perchè è riuscito ad evitare tutte le cose negative che alcuni volevano”, ha puntualizzato Gualtieri.
GIAMPAOLO GALLI SULLA RIFORMA MES: “POTENZIALE PISTOLA ALLA TEMPIA DELL’ITALIA”
Ma la polemica continua e, a far drizzare le antenne è anche un articolo dell’Huffington Post, dal titolo inquietante: Perché la riforma del Mes è una potenziale pistola alla tempia dell’Italia.
L’articolo riprende alcune parole proferite non da un sovranista qualsiasi ma da Giampaolo Galli, economista dell’Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli.
Proprio lui, ricorda il sito, ha parlato di pistola alla tempia, in occasione di un suo intervento alla V e XIV Commissione della Camera del 6 novembre scorso:
“La riforma in itinere sposta decisamente l’asse del potere economico nell’Eurozona dalla Commissione al Mes”. Poi (Galli) passa alla ‘pistola’: “Il punto fondamentale è che nella riforma emerge l’idea che un Paese che chiede aiuto al Mes debba ristrutturare preventivamente il proprio debito, se questo non è giudicato sostenibile dallo stesso Mes. Si noti che la novità non sta tanto nella possibilità che un debito sovrano venga ristrutturato ma nell’idea che che la ristrutturazione diventi una precondizione pressoché automatica per ottenere i finanziamenti”.
L’Huffington Post nell’articolo riprende altre dichiarazioni di Giampaolo Galli:
“In sintesi, nota l’economista, la precondizionalità della ristrutturazione del debito è la vera ‘pistola’ alla tempia dell’Italia: “Una ristrutturazione preventiva sarebbe un colpo di pistola a sangue freddo alla tempia dei risparmiatori, una sorta di bail-in applicato a milioni di persone che hanno dato fiducia allo Stato comprando titoli del debito pubblico. Sarebbe un evento di gran lunga peggiore di ciò l’Italia ha vissuto negli ultimi anni a causa dei fallimenti di alcune banche”.
ABI, PATUELLI: CON RISTRUTTURAZIONE DEBITO PIU’ FACILE NON COMPREREMO PIU’ BTP
Le parole riprese dal sito mettono in allarme e forse anche in imbarazzo lo stesso numero uno dell’Abi, associazione bancaria italiana, che lancia la bomba debito Italia, non nascondendo la frustrazione per il fatto di non essere stato informato, dice lui, su niente e da nessuno.
Da Antonio Patuelli arriva anche la minaccia di sferrare un duro colpo al doom loop: quell’abbraccio mortale tra banche e BTP, in generale tra le banche e i titoli di stato del loro paese.
Il numero uno dell’associazione dice di non essere stato informato dal governo M5S-PD sulle trattative in corso per la riforma del Mes e di non essere venuto a conoscenza, in particolare, della modifica delle “clausole di azione collettiva” (Cacs) che si vogliono introdurre, e che renderebbero più facile l’eventuale ristrutturazione del debito pubblico.
“Guardate, io non ne so niente; ho solo letto i giornali stamattina. Ma sono materie sulle quali il mondo bancario italiano non è stato messo al corrente da parte delle istituzioni. Non ci hanno detto nulla. L’impatto è per il tesoro italiano, e su noi per conseguenza. Ma a noi non hanno comunicato nulla. Leggo solo i giornali; le cose che ho letto di più sono sull’Huffington Post di stanotte. Io non ho avuto notifica alcuna – insiste Patuelli – coinvolgimento alcuno, leggo, guardo gli atti, le responsabilità sono istituzionali, non c’è una compartecipazione, un tavolo in proposito”.
Detto questo, se effettivamente la clausola renderà più facile la ristrutturazione del debito sovrano, a questo punto, “non li compreremo più”, ha detto Patuelli, riferendosi ai titoli di stato italiani.
“Voglio dire: siamo liberi di comprare quello che vogliamo, non abbiamo vincolo di portafogli. Noi abbiamo in questa fase circa 400 miliardi di debito pubblico italiano. Come investitore il mio problema è che cosa la Repubblica fa per tutelare il debito pubblico. Il problema è il debito pubblico italiano, che non è il debito delle banche”.
La frase di Patuelli torna ad alimentare i timori sul debito pubblico italiano e sulle conseguenze nefaste che ha provocato e potrebbe ancora provocare.
La domanda è: cosa accadrebbe se le banche italiane, nel peggior scenario possibile, decidessero di scaricare la mole dei BTP che detengono? Le conseguenze sulla stabilità e sostenibilità del debito pubblico sarebbero drammatiche.
DA COMMISSIONE UE OK A MANOVRA M5S-PD MA ‘DEBITO ITALIANO PREOCCUPA’
Il governo M5S-Pd oggi ha potuto tirare un sospiro di sollievo almeno sulla manovra varata per il 2020. La Commissione europea ha presentato i suoi pareri sui documenti programmatici di bilancio 2020 degli Stati membri della zona euro, dunque anche sulla legge di bilancio dell’esecutivo giallorosso.
In evidenza il problema del debito italiano, ma non solo. Come ha fatto notare il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, “il Belgio, la Spagna e la Francia hanno livelli di debito/pil molto alti a quasi 100%, l’Italia supera il 136%”.
Dombrovskis ha sottolineato che “non ci si aspetta (che questi paesi) rispettino la regola di riduzione del debito: si tratta di Paesi che non hanno usato in misura sufficiente il periodo economico favorevole per mettere in ordine le loro finanze pubbliche, nel 2020 non prevedono aggiustamenti di bilancio significativi o prevedono una espansione fiscale: questo è preoccupante perché i livelli di debito molto alti limitano la capacità di reagire agli shock economici e alle pressioni di mercato“.
Bruxelles ha dato comunque il via libera alla manovra per il 2020: ma dire che non l’abbia bocciata non significa che l’abbia promossa, visto che, di nuovo, per i paesi di cui sopra Dombrovskis ha parlato di rischio di deviazione significativa rispetto agli obiettivi di bilancio di medio termine.