Manovra: Ir Top, possibili 180 nuove Ipo di Pmi nel prossimo triennio
90 milioni di euro fino al 2020 a favore delle Pmi che decidono di intraprendere la strada dello sbarco in Borsa. Il Ddl Bilancio 2018 ha introdotto il credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza legati alla quotazione delle Pmi, con una misura di 30 milioni di euro annui fino al 2020 per un totale di 90 milioni nel triennio. Nell’ambito della collaborazione di Ir Top con il Governo, sulla base di un’analisi empirica svolta sui costi di quotazione su Aim Italia e Star, è stato individuato un massimale di 500 mila euro per azienda che nell’ambito della misura consentirebbe minimo 60 nuove quotazioni in Borsa annue per un totale di 180 nel triennio sino al 2020.
“La norma pubblicata nella bozza di Legge di Bilancio presentata oggi al Parlamento mira a favorire il numero di Ipo nel prossimo triennio di concerto con i Pir, al fine di offrire un canale di finanza alternativo alla crescita delle Pmi”, commenta Anna Lambiase, amministratore Delegato di IR Top Consulting. “Tra 2 e 50 milioni di euro di fatturato – aggiunge Lambiase – questo è il target di imprese cui la manovra si riferisce, a completamento del pacchetto di incentivi del Governo “Finanza per la crescita”, con l’obiettivo di spingere le Pmi familiari a fare il salto di qualità aprendo il capitale ad Investitori Istituzionali e ad elevare il proprio standing allo status di società quotata con tutti i benefici che questo comporta in termini di visibilità, di crescita dimensionale e di valorizzazione del capitale economico”. La quotazione permette il ribilanciamento delle fonti di finanziamento a favore dell’Equity, una managerializzazione delle aziende e una crescita del livello occupazionale con effetti positivi sull’efficienza del sistema finanziario e sul PIL italiano. Queste, secondo Lambiase, le ragioni di una valida norma che il Governo propone a favore delle Pmi e della crescita del Paese che auspicabilmente dovrà essere approvata dal Parlamento entro dicembre 2017.
La norma, che si pone a completamento del pacchetto di incentivi “Finanza per la crescita”, verte sulle Pmi italiane secondo la definizione dell’Unione Europea. Quanto ai mercati di quotazione target, la norma si riferisce sia ai mercati regolamentati sia a quelli non regolamentati europei.
La proposta prevede il riconoscimento alle società che si quotano di un credito d’imposta dei costi di consulenza sostenuti per l’operazione di IPO. I costi fissi di consulenza sono espressi in funzione della struttura, dimensione e della complessità aziendale e, a prescindere dall’esito dell’operazione, includono tutte le consulenze specifiche necessarie per valutare la fattibilità di IPO e supportare la società nel processo (advisor finanziario, Nomad, revisione, comunicazione finanziaria e IR, legale e fiscale, Borsa Italiana).
Tale credito d’imposta, ricordano da Ir Top, viene riconosciuto per la quota parte relativa all’aumento di capitale (OPS) all’interno dell’operazione di Ipo, non per la parte in vendita (Opv), favorendo così l’afflusso di risorse esclusivamente finalizzate all’implementazione del progetto di crescita d’impresa. Si tratta di un vantaggio fiscale per l’emittente con esclusione della eventuale quota di competenza degli azionisti venditori. Infine, il credito d’imposta spetta alle Pmi oggetto della Business Combination per le operazioni condotte dalle Spac. Il Ddl Bilancio 2018 dovrà essere approvato dal Parlamento entro dicembre 2017.