Notizie Notizie Mondo M&A:mercato ancora in crescita, livelli vicini ad anno record 2015. Anche l’Italia ha avuto il suo megadeal

M&A:mercato ancora in crescita, livelli vicini ad anno record 2015. Anche l’Italia ha avuto il suo megadeal

9 Novembre 2018 14:30

La voglia di fusioni e acquisizioni (in inglese Merger & Acquisition, M&A) non si è esaurita su scala globale. Anzi, nella prima parte dell’anno il valore degli M&A è stato di 1.700 miliardi di dollari con oltre 16mila scambi totali, poco lontano dall’anno record 2015. Nel mondo 22 megadeal hanno superato la soglia dei 10 miliardi, tra cui l’acquisto da parte di Walmart del colosso indiano Flipkart, “soffiato” all’altro grande protagonista della scena globale, Amazon. Queste alcune delle tendenze contenute nel report “Synergies take center stage” di The Boston Consulting Group (BCG), che monitorando i dati relativi al primo semestre del 2018 certifica come l’attività di M&A sia in crescita rispetto alla media del periodo 2009-2017.

Anche l’Italia ha avuto tra il 2017 e il 2018 il suo megadeal con l’acquisto, da parte di Atlantia, del colosso spagnolo Albertis Infraestructuras (valore dell’accordo oltre 22 miliardi di dollari). Questa operazione, unita per esempio a quella che nel 2017 ha visto fondersi Essilor International e il gruppo Luxottica, ha contribuito a far segnare livelli record nelle M&A anche per il nostro paese. Secondo la ricerca di BCG, infatti, in Italia il volume degli accordi ha proseguito la sua tendenza al rialzo e il valore complessivo ha toccato, nel primo semestre di quest’anno, il picco massimo dall’inizio della crisi finanziaria.

L’analisi di BCG mette, tuttavia, in evidenza come questa nuova centralità delle operazioni M&A non è priva di conseguenze. “Prima tra tutte il sensibile rialzo delle valutazioni medie degli obiettivi di possibili acquisizioni, in costante crescita e, mediamente, superiore a quanto non fosse al culmine della bolla dot-com nel 1999, o prima del crollo di Lehman Brothers nel 2008 – si legge nel rapporto-. Gli azionisti, d’altra parte, continuano a premiare le operazioni di acquisizione, forti del fatto che, negli ultimi anni, il mercato ha reagito in controtendenza rispetto al modello storico, garantendo un ritorno positivo all’annuncio di sinergie e acquisizioni”. Unendo questi due fattori (l’aumento delle valutazioni medie degli obiettivi di acquisizione e il ruolo cardine che le acquisizioni stesse sembrano avere nel mercato di oggi) diventa evidente come uno dei principali compiti di chi promuove nuove operazioni di M&A sia quello di convincere i consigli di amministrazione delle realtà coinvolte che i vantaggi della futura sinergia giustificano la valutazione elevata.

Sebbene il momento sia ancora positivo i campanelli di allarme non mancano, soprattutto valutando le reazioni a lungo termine, che indicano come gli investitori stiano diventando scettici sulla reale capacità delle società di mantenere le loro promesse sempre più audaci. Se si considera il CAR, ovvero la somma dei rendimenti anormali (cioè differenti dalla media) registrata durante i giorni della contrattazione, mostra un dato positivo (+0,3 nel 2017, contro il -0,8% di media tra il 1990 e il 2016), ma il beneficio non si protrae a lungo nel tempo.
Insomma, per chi è chiamato a prendere le decisioni finali su acquisizioni e sinergie risulta determinante essere in grado di determinare rapidamente se le stime proposte siano effettivamente realistiche e realizzabili, garantendo, come minimo, che il valore delle sinergie (dopo costi una tantum e imposte) sia sufficiente per giustificare il premio di acquisizione pagato agli azionisti dell’azienda target. Serve un approccio rigoroso, che comincia con la creazione di un “clean team” che scambi e analizzi le informazioni riservate, sviluppando inoltre un “piano di pieno potenziale” che acceleri l’integrazione post merger.