Notizie Notizie Italia Lombardia in ginocchio chiede chiusura totale, Piazza Affari paga dazio

Lombardia in ginocchio chiede chiusura totale, Piazza Affari paga dazio

11 Marzo 2020 15:51

Nuova giornata caotica per l’Italia con il governo che ha annunciato ulteriori misure contro l’emergenza coronavirus (pacchetto complessivo da 25 miliardi di euro) e la Regione Lombardia che ha formalizzato la richiesta della chiusura quasi totale delle attività alla luce dell’aumento dei contagi (solo oggi più di 1.500). 

Il premier Giuseppe Conte ha assicurato che la Ue ha aperto alle richieste di Palazzo Chigi sullo sforamento del deficit.

Novità che alimentano l’incertezza sul mercato con Piazza Affari che anche oggi ha visto volatilizzarsi i guadagni della prima parte di giornata, complice anche l’apertura in forte calo di Wall Street con l’emergere di preoccupazioni per i ritardi nel governo e nel Congresso statunitensi sulle misure di stimolo concordate per sostenere l’economia di fronte alla diffusione del coronavirus. 

Tiene invece lo spread Btp-Bund in area 200 pb, in calo di oltre il 7% rispetto ai livelli della vigilia e sostenuto da un’asta Bot che ha visto tassi in aumento di 39 pb per il Bot annuale, ma domanda rimasta sostenuta. Domani, prima del meeting Bce, sarà il turno dell’asta Btp per massimi 7 miliardi. 

Il tasso del Btp a 10 anni segna sul mercato secondario un calo di oltre l’11 per cento in area 1,22% rispetto al picco di 1,40% toccato in avvio.   

Emergenza contagi in Lombardia

Il governatore della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha detto che i nuovi casi nella Regione sono in aumento e oggi sarebbero già 1.500 in più. “Dobbiamo ridurre i contatti tra le persone e abbiamo preparato una lettera sottoscritta da tutti i sindaci e trasmessa al governo”, ha detto Fontana parlando a Sky TG 24. Fontana ha anche parlato direttamente con gli esponenti del governo questa mattina. “Ho la sensazione che non sia ancora ben chiara ai colleghi delle altre Regioni e ad alcuni rappresentanti del governo la gravissima situazione della Lombardia”, ha aggiunto Fontana.

Adesso il governo valuterà le richieste della Regione, con il ministro Boccia che ha detto che è stato aperto un tavolo tecnico per entrare ancora nel dettaglio delle richieste.

 

Lettera Regione Lombardia al governo: chiudiamo quasi tutto

La Regione Lombardia ha scritto al governo chiedendo misure più stringenti per contenere l’avanzata del virus, con i nuovi casi che sarebbero 1.500 oggi nella sola Lombardia. Nella lettera inviata dal governatore della Regione, Attilio Fontana, si chiede un serrate quasi totale chiudendo centri commerciali, negozi, bar e ristoranti.

“Regione Lombardia – si legge nella lettera – nel valutare l’aumento esponenziale dei casi di contagio e il conseguente aggravio sul sistema sanitario, ritiene necessario procedere ad un inasprimento delle iniziative di contenimento già in essere avendo constatato la riduzione dei contagi nell’area del primo focolaio della Provincia di Lodi soggetta a misure restrittive dal 23 febbraio”.

Nella lettera si spiega che rimarrebbero aperte solo le attività essenziali quali farmacie e parafarmacie, edicole, negozi di generi alimentari e di prima necessità, le imprese – con attività sospesa o limitata in base a un accordo raggiunto con Confindustria Lombardia, mentre i trasporti pubblici locali continueranno ma verranno rimodulati. “Sulla base di queste riduzioni ci riserviamo di rimodulare il trasporto pubblico locale. Per il momento non è stato chiesto al Governo uno stop totale dei trasporti pubblici”, sono state le parole di Fontana a Sky TG 24. 

La lettera specifica che la richiesta dichiusura riguarda le attività artigianali di servizio (es. parrucchieri, estetisti, ecc..) ad eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza; chiusura di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (es. ostelli, agriturismi, ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di servizio pubblico; sospensione di tutti i servizi mensa sia nelle strutture pubbliche che private; chiusura di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti. Si propone l’ulteriore sospensione, di conseguenza, dei termini processuali e degli adempimenti di natura amministrativa, assicurativa, ecc.. Ogni attività svolta con modalità di lavoro agile è consentita.