Lira turca in ripresa da minimi. Goldman Sachs: esposizione banche europee a Turchia limitata, ma attenti a nuovi sell off
Goldman Sachs torna a fare il punto della situazione sulla Turchia, dopo aver individuato la soglia pericolo per la lira turca che metterebbe in seria difficoltà le banche del paese. Da quella nota di qualche giorno fa, la lira ha indubbiamente recuperato terreno.
Dopo il minimo record testato nei confronti del dollaro, a quota 7,23, nella sessione di lunedì scorso (facendo peggio anche della soglia pericolo di soglia pericolo di Goldman Sachs, la valuta oscilla infatti a quota 5,79 nella sessione odierna, grazie anche al sostegno arrivato dal Qatar, che mercoledì ha promesso di aiutare le finanze pubbliche della Turchia erogando prestiti per un valore complessivo di $15 miliardi.
Detto questo, gli analisti di Goldman Sachs rimangono molto cauti, a causa anche delle tensioni geopolitiche e commerciali con gli Stati Uniti:
“Riteniamo che le preoccupazioni per ulteriori interventi commerciali da parte degli Usa (l’amministrazione Trump ha già annunciato di aver dato istruzioni per raddoppiare le tariffe sull’acciaio e l’alluminio importati dal paese) e per le potenziali sanzioni condizioneranno ancora la performance degli asset della Turchia, fino a quando la disputa diplomatica che riguarda la detenzione del pastore Usa, che è ancora agli arresti domiciliari, non sarà risolta”.
Gli esperti smorzano allo stesso tempo i timori per l’esposizione verso il paese da parte delle banche europee:
“I forti movimenti che hanno interessato la lira turca hanno sollevato preoccupazioni sull’esposizione delle banche europee verso la Turchia. Noi crediamo che tale esposizione sia limitata e che livelli adeguati di capitali assorbiranno una qualsiasi perdita dovesse essere subita per le partecipazioni azionarie detenute nelle banche turche (buona notizia per UniCredit, dunque). In più, le banche turche ottengono i finanziamenti da fonti globali e ciò ci induce a ritenere che un qualsiasi dietrofront di finanziamenti da parte delle banche europee sia probabilmente gestibile. Detto questo, un continuo sell off sugli asset turchi genererebbe volatilità negli asset di rischio, inclusi il credito europeo e in particolare il settore finanziario. Siamo anche in allerta riguardo alla capacità delle banche turche di accedere ai finanziamenti in dollari, vista l’escalation delle tensioni geopolitiche”.