Liquidità parcheggiata sui conti: nel 2020 il grande salto sui mercati?
La liquidità accumulata dalle famiglie sui conti correnti tornerà ad essere da loro impiegata sui mercati è la domanda che si pone Luca Tobagi, CFA Investment Strategist di Invesco in chiusura di un 2019 che finora è stato molto positivo e guardando al 2020.
Molto spesso si pensa che le famiglie stiano “risparmiando e basta”: ricominceranno a scegliere altri investimenti si chiede l’esperto. Tecnicamente, i soldi depositati sui conti correnti bancari sono “investiti” nell’economia, perché le banche li impiegano comunque. Si tratta, perciò, di una questione di scelte delle famiglie. È possibile che l’abitudine a sottoscrivere titoli di Stato domestici mascherasse l’intenzione di risparmiare più che investire. Secondo Tobagi è verosimile che gli italiani fossero genuinamente interessati a compiere un investimento finanziario e che la percezione di incertezza, insieme alla fortissima riduzione dei rendimenti dei titoli di Stato negli anni, li abbiano spinti a cercare un approdo ritenuto più sicuro, ossia la liquidità, magari sotto forma di conto corrente bancario o conto deposito. Un po’ a come a dire che i risparmiatori volevano investire, come d’abitudine, e la liquidità è stata la loro scelta. In quest’ottica, potrebbe essere solo una questione di tempo prima che le famiglie decidano di destinare risorse anche ad altre destinazioni di investimento, con un profilo di potenziale rendimento superiore alla liquidità, specialmente in area Euro.
Le prospettive per i mercati azionari
La seconda domanda che si pone l’esperto riguarda le prospettive per i mercati azionari per il 2020. Se in linea teorica, ad un anno in forte trend rialzista tendenzialmente ne è seguito uno più volatile, a metà del 1981 e del 1990 gli Stati Uniti sono entrati in recessione, mentre nel 2000 è scoppiata la bolla tecnologica a cui è seguita la recessione del 2001, e alla fine del 2018 si sono irrobustite le aspettative di un atteggiamento più restrittivo da parte della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea, in un contesto di crescenti timori per la guerra commerciale USA-Cina e per un rallentamento economico.
Oggi, guardando al 2020, non ravvisiamo nessuna di queste situazioni afferma Tobagi. “L’economia mondiale non è in recessione né ci sembra di scorgerne una all’orizzonte dei prossimi 12 mesi, in particolare per gli Stati Uniti”. Secondo l’analista non vi siano bolle speculative nei mercati azionari. È sufficiente per dire che il 2020 sarà positivo per i mercati azionari si chiede Tobagi. “No, ma ci permette di dire che lo scenario macroeconomico che abbiamo in mente per il 2020 non assomiglia a quello che abbiamo visto negli anni negativi del nostro campione”.
L’idea di fondo è che, dopo un 2019 in trend, ci aspettiamo oscillazioni nei mercati azionari nel 2020. Mantenere un bacino di liquidità di dimensione ragionevole per fronteggiarle potrebbe essere una scelta sensata.