Leonardo male a Piazza Affari dopo i conti, giù di oltre il 5%
Per Leonardo la giornata inizia all’insegna delle vendite a Piazza Affari, all’indomani della pubblicazione dei risultati finanziari. Il titolo del gruppo guidato da Alessandro Profumo, tra i peggiori del Ftse Mib, cede circa il 5% a 9,17 euro. Il mercato sembra concentrarsi soprattutto sui numeri del terzo trimestre, e in particolar modo sull’Ebita inferiore alle attese.
“Leonardo ha realizzato un set di risultati per il terzo trimestre del 2018 sostanzialmente in linea con le nostre attese in termini di nuovi ordini e ricavi, ma con una debolezza superiore alle aspettative in termini di risultati operativi”, commentano gli esperti di Fidentiis che confermano la raccomandazione ‘hold‘ (tenere in portafoglio) su Leonardo, con un valuation range tra 9,5-10,5 euro. Nel dettaglio, il penultimo trimestre dell’anno è stato archiviato con un Ebita che è sceso a 162 milioni di euro rispetto ai 189 milioni del terzo trimestre 2017. L‘Ebita è stato del 22% sotto le attese di Fidentiis e del 17% circa inferiore alle stime del consensus.
E non bastano a risollevare in morale in Borsa le positive indicazioni che sono arrivate dal fronte ordini che si sono attestati a 4.786 milioni (+66% rispetto al terzo trimestre 2017). Sempre nel penultimo triemstre dell’anno i ricavi hanno evidenziato un rialzo del 3,9% a 2.651 milioni, con il risultato netto che ha raggiunto i 157 milioni, a fronte dei 52 milioni del terzo trimestre 2017.
Quanto ai nove mesi il gruppo guidato da Alessandro Profumo ha visto i nuovi ordini attestarsi a 9,4 miliardi di euro, mostrando una crescita del 18,2% (+20% escluso effetto cambio negativo) grazie soprattutto all’acquisizione del contratto NH 90 Qatar per 3 miliardi di euro. Cala invece l’Ebita attestandosi a 632 milioni di euro. Una riduzione impuntabile principalmente, come sottolinea il gruppo, alla flessione del risultato del consorzio Gie-Atr, penalizzato in particolare dalle minori consegne e dall’effetto cambio dollaro/euro e agli Elicotteri che, pur registrando risultati in linea con le aspettative, nel precedente esercizio avevano beneficiato di un secondo trimestre particolarmente positivo in termini di mix di attività svolte”. Nel periodo gennaio-settembre i ricavi, pari a 8,2 miliardi, sono aumentati del 2,4% (+4% escluso effetto cambio negativo). Una crescita, sottolinea Leonardo, principalmente riconducibile agli Elicotteri e, in misura inferiore, all’Elettronica, Difesa e Sistemi di Sicurezza. Il risultato netto si è attestato a 263 milioni di euro, beneficia del rilascio di parte del fondo stanziato a fronte delle garanzie prestate in occasione della cessione della partecipazione in Ansaldo Energia.
L’indebitamento netto di gruppo pari a 3.503 milioni di euro è in miglioramento rispetto al 30 settembre 2017 (4.004 milioni), mentre rispetto al 31 dicembre 2017 registra un incremento dovuto alla dinamica stagionale dei flussi di cassa e al pagamento dei dividendi (81 milioni).
Soffermandosi sui risultati dei primi 9 mesi dell’anno Alessandro Profumo, a.d. di Leonardo, li definisce “in linea con le nostre aspettative” e aggiunge che “i recenti successi commerciali in Qatar, Usa e Cina, la performance di tutti i business, il recupero degli Elicotteri, l’incremento di Leonardo Drs e il controllo dei costi rigoroso ci rendono fiduciosi di poter garantire a Leonardo una crescita sostenibile di lungo periodo in linea con gli obiettivi del Piano Industriale”.
Alla luce dei risultati ottenuti nei primi nove mesi del 2018 e delle aspettative per i successivi, Leonardo ha confermato la guidance per l’intero anno formulata lo scorso luglio: ordini tra 14 e14,5 miliardi, ricavi a 11,5-12 miliardi, Ebita a 1,075-1,125 miliardi e debito netto gruppo a circa 2,4 miliardi. Secondo la view di Fidentiis, l’outlook 2018 in termini di Ebita (che è stata confermato) “sembra ora più difficile da raggiungere”, spiegando che “dopo la pubblicazione dei margini più deboli del previsto nel terzo trimestre, le stime per l’intero anno potrebbero presentare alcuni rischi al ribasso”.