La voglia di M&A potrebbe continuare anche nel 2020: ecco le ragioni
La recente operazione nel mondo del lusso globale con l’acquisizione dell’americana Tiffany da parte dei francesi di LVMH (una transazione del valore di circa 14,7 miliardi di euro), ma anche il consolidamento in atto nel settore del risiko del mondo dell’automobile, con la fusione tra Fca e i francesi di Peugeot, ufficializzata ieri con i dettagli dell’accordo che darà vita al quarto gruppo automobilistico al mondo in termini di volumi e al terzo in base al fatturato. È stato un finale d’anno intenso dal punto di vista delle operazioni di fusione e acquisizioni (in inglese Merger & Acquisition, M&A).
Un tema su cui si sono soffermati anche gli esperti di Candriam, che iniziano la lloro analisi da un interrogativo: Il ritmo delle fusioni e acquisizioni finirà un giorno per esaurirsi? “È legittimo che gli investitori si facciano questa domanda, considerando che negli ultimi cinque anni hanno avuto luogo numerose operazioni di M&A, che hanno generato valore in maniera significativa – sottolinea Fabienne Cretin, head of risk arbitrage di Candriam -.Dal 2014 a oggi sui mercati europei e americani ci sono state circa 1.300 operazioni, incluse acquisizioni di tutte le dimensioni, per un totale di oltre 7.700 miliardi di dollari“. E anche il 2019 ha seguito questo trend: a fine agosto in Europa e Stati Uniti erano stati annunciati 155 deal, per un controvalore di 1.000 miliardi.
Secondo gli esperti di Candriam, questa tendenza potrebbe continuare anche nel corso del prossimo anno, considerando che non ci sono stati cambiamenti sostanziali. “Le cause di possibili tensioni non sono state affatto allentate, e dovrebbero ancora portare verso l’incertezza”, segnala Fabienne Cretin.
E se alcune problematiche sembrerebbero restare sul tavolo (come la Brexit o le tensioni geopolitiche che impattano sul settore petrolifero), i principali indicatori sull’M&A restano positivi. Ecco le tre principali ragioni:
– Il contesto economico e di mercato si mostra ancora in crescita, con il costo del denaro ancora
estremamente economico per finanziare operazioni, con volatilità ancora bassa;
– i settori interessati dai deal sono altamente diversificati;
– nonostante la proporzione dei deal finanziari sia aumentata considerevolmente nella seconda metà dell’anno, il peso rimane comunque ben al di sotto delle transazioni industriali.
– Infine, benché gli spread siano stretti, il numero di deal interrotti rimane estremamente basso, il
che è rassicurante per i mesi a venire.
I potenziali driver di crescita
Per Candriam “si stanno verificando tutte le condizioni affinché i manager aziendali si sentano sicuri nell’intraprendere operazioni di M&A con altre società. Ecco perché i negoziatori fanno riferimento alla cosiddetta ‘boardroom confidence’ come uno dei principali indicatori di questo mercato. La fiducia rimane alta, e non vediamo ragioni perché diminuisca nel breve termine”.
Tra le ragioni per avere fiducia da Candriam indicano, ad esempio, “la liquidità disponibile per operazioni di M&A che continua a essere alta” ma anche il fatto che “gli azionisti attivisti cercano ritorni continuando a fare pressioni sulle aziende affinché si impegnino in operazioni di questo tipo, per ottenere più valore”.
Non solo, di fronte al bivio se iniziare un nuovo business dal nulla o acquisirne uno, la seconda opzione rappresenta la scommessa più rapida e sicura, per lo meno per quanto riguarda il settore farmaceutico, e
infine, la cosiddetta “uberizzazione” di interi settori dell’economia sta spingendo operatori tradizionali a tuffarsi nell’era digitale assumendo il controllo dei contendenti nella new economy.