La “Trump Economy” rilancia dollaro e Treasury: le stime per il primo trimestre 2025
L’elezione di Donald Trump e il pieno controllo repubblicano del Congresso stanno già producendo un forte impatto sui mercati finanziari, con il dollaro in netto rialzo e il tasso del Treasury USA a dieci anni in aumento verso quota 5%. Le previsioni sul primo trimestre del 2025 indicano il cambio euro-dollaro in discesa, tra 1,03 e 1,05, e un rally dei mercati azionari statunitensi, in particolare per le small cap, mentre i listini europei potrebbero risultare più vulnerabili con le politiche protezionistiche di Washington. Ad offrire una panoramica sul tema è l’analisi di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte.
L’effetto Trump sugli USA
Aumento dei tassi Treasury Usa, dollaro in apprezzamento e mercati azionari americani in forte rialzo, in particolare l’indice delle medio-piccole, il Russell 2000. In pratica una reazione sovrapponibile a quella che si ebbe dopo la vittoria di Trump nel novembre 2016, quando si assistette a un trend al rialzo dei listini azionari, proseguito anche nei primi mesi del 2017. Alla fine del 2017, il Nasdaq 100 risultò il vincitore tra i tre principali indici. Allo stesso tempo, l’euro-dollaro passò da 1,10 in novembre 2016 a 1,04 alla fine dello stesso anno, per poi arrivare ad 1,20 alla fine del 2017. In prospettiva, fino a fine anno i mercati potrebbero incorporare nei prezzi l’attesa degli impatti del programma di Trump, ma successivamente, su un orizzonte più lungo, potrebbero ritornare ad impattare altri fattori, tra cui, soprattutto, le ripercussioni sul dollaro a causa del forte peggioramento dei conti pubblici US.
Il primo trimestre 2025
Nel breve termine, entro il primo trimestre 2025, è possibile un ritorno dell’euro-dollaro in area 1,03/1,05, anche in seguito all’ulteriore incertezza creata dalla probabilità sempre più elevata di elezioni anticipate in Germania, dopo la recente defenestrazione del ministro delle finanze Lindner (a capo anche del partito di coalizione FDP) da parte del premier Scholz. Tasso US a 10 anni fino al 4,75/5%. Molto più limitato e marginale il rialzo dei tassi euro, alle prese con una difficile fase congiunturale, oltre che politica, con riferimento alla Germania. Borse Usa in fase di continuazione del rally rialzista, con particolare focus sulle aziende medio piccole, a fronte invece di una sottoperformance delle Borse europee.
Cosa succederà più avanti
Allargando l’orizzzonte temporale ai prossimi 12 mesi, l’euro-dollaro potrebbe ritornare in area 1,13/1,15, in vista del progressivo impatto delle dispendiose manovre di spesa del governo Trump sui conti pubblici americani. In questo caso, il trend delineato potrebbe iniziare ad esplicarsi non prima dell’esito delle probabili elezioni anticipate tedesche in primavera. I tassi a medio/lungo termine potrebbero stabilizzarsi, in attesa di verificare se e quanto sarà l’entità del possibile rigurgito inflattivo nel corso del 2025, causato anche dalle politiche protezionistiche. E le Borse Usa potrebbero continuare il trend rialzista, supportate da un contesto di liquidità abbondante e da politiche fiscali espansive. Tuttavia, potrebbero verificarsi temporanee fasi di turbolenza determinate, ad esempio, dall’eventuale intensificarsi delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente.