La maxi-perdita spegne il rally di Mps, ora focus su cessione Npl
Mps inverte rotta in borsa dopo che la banca ha rilasciato i dati 2019. Il titolo cede l’1,81% a 1,787 euro rispetto al quasi +5% a cui viaggiava prima del release dei conti con titolo che velettiava sui massimi da ottobre 2018 dopo il rally di oltre +30% Ytd.
Il bilancio 2019 evidenzia una perdita netta di 1,033 miliardi di euro a fronte di un utile netto di 279 mln di euro conseguito nel 2018. A spingere in rosso i conti della banca è stata la revisione del valore delle DTA (Deferred Tax Asset) per 1,2 miliardi.
La maxi-svalutazione ha portato a un quarto trimestre 2019 in perdita per 1,219 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con il rosso di 1,23 miliardi di euro indicato dal consensus Bloomberg. I ricavi trimestarli di 862,9 milini sono invece andati oltre le stime che erano ferme a 754,5 milioni di euro.
Tutti i numeri 2019
I ricavi complessivi 2019 sono stati pari a 3.223 mln di euro, in calo del 2% rispetto all’anno precedente a seguito della flessione del margine di interesse e delle commissioni nette e del peggioramento degli altri proventi e oneri di gestione solo parzialmente compensati dal miglioramento degli altri ricavi della gestione finanziaria.
Il risultato operativo netto a fine 2019 risulta di 323 mln (+3,3%). Il margine di interesse si è attestato a 1.501 milioni (-13,9% a/a) impattato, oltre che dalle dinamiche commerciali, anche dalle attività poste in essere per rispettare i commitment del Piano di Ristrutturazione (cessione di crediti deteriorati, vendita di MP Belgio, unwinding di MP Banque, emissioni istituzionali), che spiegano circa la metà della riduzione del margine di interesse.
Le commissioni ammontano a 1.450 milioni di euro, in calo del 4,8% a/a, mentre gli oneri operativi si sono attestati a 2.290 milioni di euro, in calo -2,6% a/a, confermando il trend di contenimento in atto da alcuni anni (-12,7% da dicembre 2016).
Prosegue la riduzione dello stock dei crediti deteriorati lordi, scesi di 4,9 miliardi nell’anno. Sono state ridotte/cedute inadempienze probabili per circa 2 miliardi di euro (di cui 0,5 miliardi di euro nel quarto trimestre) e cedute sofferenze per circa 2,7 miliardi di euro (di cui 1,9 miliardi nel quarto trimestre).
A livello di ratio patrimoniali, al 31 dicembre 2019 il Common Equity Tier 1 Ratio si è attestato al 14,7% rispetto al 13,7% di fine 2018; il Total Capital Ratio è risultato pari al 16,7%, che si confronta con il valore del 15,2% registrato a fine dicembre 2018.
Attese novità da Ue e decisioni Tesoro su vertici
Intanto le indiscrezioni degli ultimi giorni hanno acceso i riflettori sia su possibili novità sul fronte Npl, con l’UE che potrebbe presto dare il suo via libera alla cessione di un maxi-portafoglio di NPE di circa 10 miliardi (sui 12,5 mld totali), sia sul possibile cambio ai vertici della banca con il Tesoro che potrebbe decidere di rimpiazzare l’attuale ceo Marco Morelli.
Post cessione della maggioranza delle sofferenze, MPS tornerebbe un asset appetibile in chiave M&A. Il Tesoro – azionista di riferimento con il 68% del capitale – aveva strappato una proroga ai primi mesi di quest’anno del termine di fine 2019 che era stato fissato con l’UE per la presentazione del piano di uscita dal capitsale della banca (da ultimare entro fine 2021).
Tra i possibili freni ai possibili interessati a Mps permane il rischio cause legali. ll petitum, ovvero le richieste totali di risarcimento formulate contro la banca, ammontano a fine terzo trimestre a 4,7 miliardi, di cui, secondo MPS, 2,3 miliardi configurano rischi probabili (500 milioni accantonati), 1,4 miliardi rischi possibili e 1 miliardo rischi remoti (nessun accantonamento).