La Cina inizia a frenare: Pil cresce al ritmo più basso dalla crisi finanziaria
Quello che si temeva, e cioè che il potente motore della Cina possa frenare ostacolato dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti, inizia ad avverarsi. La crescita del paese del Dragone, la seconda economia mondiale, ha rallentato negli ultimi mesi al ritmo più basso dalla crisi finanziaria e la sua produzione industriale ha registrato l’aumento più debole degli ultimi due anni. Lo aveva detto il Fondo monetario internazionale, mettendo in guardia sui rischi legati alla guerra commerciale.
Il Prodotto interno lordo (Pil) della Cina ha segnato nel terzo trimestre del 2018 una espansione del 6,5% rispetto all’anno prima, contro il +6,7% registrato nel secondo trimestre e contro il +6,6% atteso dagli analisti. Secondo le statistiche ufficiali pubblicate oggi, si tratta del ritmo di crescita più lento dal primo trimestre del 2009. Su base trimestrale, il Pil è salito dell’1,6% tra luglio e settembre, in linea con le attese degli analisti, ma in frenata rispetto al +1,8% del periodo aprile-giugno.
Sull’intero 2018, la Cina dovrebbe crescere del 6,6%, anche se l’obiettivo fissato da Pechino si attesta a un +6,5%, per poi rallentare l’anno prossimo. Nel suo ultimo Economic Outlook, l’Fmi ha tagliato le stime di 0,2 punti percentuali per il Pil cinese del 2019, ora previsto al 6,2%.
Non solo. Anche il dato sulla produzione industriale della Cina suggerisce un rallentamento dell’economia: a settembre ha segnato un aumento del 5,8%, sotto le attese degli analisti che si aspettavano un +6%. Si tratta del ritmo più debole dal febbraio 2016. Le debole indicazioni potrebbero limitare lo spazio di manovra della Cina nei negoziati commerciali con gli Stati Uniti, che invece crescono in maniera robusta.
Rimangono sostenute invece le vendite al dettaglio, che a settembre hanno messo a segno un nuovo balzo in avanti: +9,2% rispetto all’anno prima, accelerando rispetto al +9% del mese precedente e facendo meglio del previsto (consensus +9%). Anche gli ultimi dati sulla bilancia commerciale della Cina non hanno destato preoccupazioni al momento, con il surplus commerciale che si è ampliato e quello verso gli Stati Uniti che è salito a un nuovo massimo storico, a dispetto di Donald Trump.
Le tensioni commerciali con gli Usa e i timori per un rallentamento economico pesano sulla Borsa di Shanghai, che da inizio anno ha lasciato sul parterre circa il 25%. Oggi, nonostante la debolezza delle indicazioni macro, l’indice Shanghai Composite rimbalza dal tonfo di ieri (-3%), mostrando un progresso del 2,5%.