Notizie Notizie Mondo L’oro chiude in bellezza il 2017 ma non per l’investitore europeo

L’oro chiude in bellezza il 2017 ma non per l’investitore europeo

29 Dicembre 2017 13:19

L’oro si è rivalutato del 12% circa nel corso dell’anno. Con l’accelerazione delle ultime sedute potrebbe chiudere sui livelli di metà ottobre. Per l’investitore europeo, però, pesa la variabile cambio

L’oro si è fatto rispettare sui mercati finanziari nel 2017. Nell’anno in cui le azioni Usa sono salite a suon di record il metallo prezioso ha raccolto una performance superiore al 12%, in doppia cifra. A portata di mano ci sono adesso anche i 1.300 dollari, abbandonati a metà ottobre.  Non male per un bene rifugio che avrebbe potuto scontare un panorama economico positivo in tutte le principali aree geografiche del mondo.

E il 2018 potrebbe essere altrettanto positivo. Maxwell Gold, direttore degli investimenti di ETF Securities sottolinea come

“contro uno scenario di valutazioni azionarie tirate, crescente incertezza e correlazione tra gli asset e bassa volatilità, la domanda di oro come copertura dal rischio potrebbe continuare a crescere nel 2018”.

Il range di variazione dei prezzi per il prossimo anno andrà da 1.070 a 1.445 dollari per oncia secondo ETF Securities.

L’opinione di Mark Lacey, gestore di portafoglio Global energy & precious metals di Schroders è simile:

Se l’euforia sull’azionario dovesse indebolirsi l’anno prossimo, l’oro potrebbe beneficiarne significativamente. In un quadro di accresciuta volatilità geopolitica e finanziaria, il solido track record di oro e argento in quanto asset tangibili liquidi e facilmente trasferibili, considerati un bene rifugio, potrebbe essere sempre più sul radar degli investitori. Nonostante i buoni ritorni segnati nel 2016 e nel 2017, entrambi i metalli sono fortemente sotto-pesati e trascurati”.

Lo scenario positivo va esteso a tutte le materie prime secondo David Donora, responsabile materie prime di Columbia Threadneedle Investments:

“Una più forte crescita economica nei paesi sviluppati e in via di sviluppo, un dollaro statunitense più debole e ulteriori stimoli fiscali sono solo alcuni dei fattori che favoriranno un aumento della domanda. Allo stesso tempo, l’offerta rimarrà limitata in quanto i produttori di commodity preferiscono restituire liquidità agli azionisti piuttosto che puntare sulla loro espansione. Nel medio termine, vediamo con favore i metalli preziosi. Secondo le previsioni l’oro trarrà beneficio dall’aumento dell’inflazione, ed è oggetto di acquisti crescenti a copertura di eventi che potrebbero causare una correzione dei mercati azionari”.

Attenzione al cambio

Tutto bene quindi? Non proprio. La brillante performance 2017 dell’oro vale per gli investitori in dollari ma no per quelli in euro. Da inizio anno, infatti, l’euro si è rivalutato del 14% circa nei confronti del biglietto verde. Avere investito 100 euro in oro a inizio anno significherebbe ritrovarsi ora con 99,5 euro circa.

È bene quindi cercare di capire in che direzione potrebbe muoversi il cambio più importante nel 2018. Nel suo Outlook 2018, Generali Investments ritiene possibili nuovi allunghi della moneta unica europea.

“La forza dell’euro sul dollaro è stata la maggiore sorpresa del 2017 sul mercato Forex” scrive Thomas Hempell nel report e prosegue “nonostante tre rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed. Ciò è stato dovuto ai dubbi sull’amministrazione Trump, ai dati positivi giunti dall’economia europea e alla riduzione degli acquisti di asset iniziata dalla Bce. Se ci basiamo su indicatori di lungo termine l’euro appare ancora sottovalutato rispetto al dollaro. La parità di potere d’acquisto, per esempio, posizionerebbe il cambio Eur/Usd in area 1,30. C’è, quindi, ancora potenziale di rialzo”.

Nel breve termine, tuttavia, alcuni fattori potrebbero favorire il dollaro. La spinta che veniva dalle sorprese positive sui dati economici europei è già diminuita. Inoltre la Fed potrebbe ancora rialzare i tassi. E poi c’è la variabile politica, con le elezioni in Italia.

“Vediamo l’euro/dollaro in discesa nella prima metà dell’anno, vicino a quota 1,15 prima di registrare un fort rimbalzo nel range 1,20/1,25” conclude Hempell.