Kazaks (Bce): “Alzare ancora i tassi”. Oggi parla Lagarde
“La Bce deve combattere l’inflazione finché il lavoro non sarà terminato, pur riconoscendo il crescente rischio di un aumento eccessivo dei tassi di interesse”. Lo ha affermato il membro del Consiglio direttivo Martins Kazaks, presidente della banca centrale lettone, considerato uno dei “falchi” dell’istituto continentale. Un messaggio che ribadisce quanto espresso giovedì da Christine Lagarde, al termine del meeting in cui la Bce ha alzato il costo del denaro di 50 punti base. Oggi pomeriggio è in programma un’audizione presso la commissione affari monetari del Parlamento europeo della stessa Lagarde.
Inflazione troppo alta ma Bce deve essere cauta
“Le pressioni sui prezzi rimangono troppo forti e giustificano ulteriori azioni, supponendo che le turbolenze di mercato che hanno spazzato via la Silicon Valley Bank e scosso Credit Suisse non peggiorino al punto di far deragliare l’economia europea”, ha dichiarato Kazaks in un’intervista.
“Allo stesso tempo, dopo aver aumentato il costo del denaro di 350 punti base da luglio del 2022, i funzionari devono valutare attentamente le implicazioni delle mosse future”, ha affermato.
“L’inflazione resta ancora molto alta e i tassi, a mio avviso, dovevano necessariamente salire“, ha detto. “Se lo scenario di base regge e la volatilità del mercato si placa, con le attuali prospettive macro e aspettative di inflazione, saranno necessari ulteriori incrementi dei tassi di interesse“.
Tuttavia, ha aggiunto Kazaks, “ci stiamo avvicinando alla situazione in cui dobbiamo affrontare con molta cautela entrambi i rischi – di fare troppo o troppo poco – in termini di implicazioni per l’economia”.
Forward guidance attualmente inappropriata
Nonostante il tumulto che ha investito il settore bancario nelle ultime settimane, in scia ai fallimenti delle americane Svb e Signature e al salvataggio di Credit Suisse, la scorsa settimana la Bce ha optato per un aumento dei tassi di mezzo punto percentuale, confermando quanto anticipato nella precedente riunione di febbraio. Allo stesso tempo, le turbolenze nel comparto finanziario hanno spinto i funzionari a non sbilanciarsi sulle prossime mosse di politica monetaria.
“Fornire una guidance per le prossime riunioni attualmente non è solo inappropriato, ma anche controproducente“, ha affermato Kazaks. “La forward guidance rimane comunque uno strumento valido, che potremmo utilizzare di nuovo se lo riterremo necessario e se il contesto lo permetterà”.
“Meglio alzare troppo i tassi che troppo poco”
“Finché rimaniamo all’interno dello scenario base, sarà importante mantenere la rotta perché l’inflazione elevata è molto dannosa per l’economia e soprattutto per coloro che hanno redditi più bassi“, ha affermato il numero uno della banca centrale lettone. “Pertanto, dobbiamo risolvere questo problema in un lasso di tempo ragionevole, senza eccessivi ritardi”.
Al tempo stesso, però, se le turbolenze sui mercati finanziari si tradurranno in una riduzione dei prestiti bancari, “l’economia sarà più debole e questo potrebbe indurre a non alzare così tanto i tassi.”
Le ultime proiezioni della Bce indicano che l’inflazione potrebbe tornare verso l’obiettivo del 2% entro il 2025, ma le stime sono state elaborate a inizio marzo, prima degli ultimi avvenimenti, e i rischi restano orientati al rialzo.
Trovare la traiettoria di politica monetaria più ideona richiederà probabilmente “alcuni tentativi ed errori”, ha affermato Kazaks, ma “le conseguenze di un aumento eccessivo di 25 punti base sono più facili da correggere rispetto a quelle di un aumento di 25 punti base troppo basso“, ha affermato. “Si possono sempre tagliare i tassi se necessario, ma per coprire un deficit precedente è molto probabile che si debba aumentare molto più dello 0,25%”.
Kazaks non ha specificato la sua prospettiva sul tasso terminale, ma al momento i trader scommettono su un valore medio del 3,1%, rispetto al 4% prezzato in precedenza.