JPMorgan: focus sul titolo a Wall Street dopo parole Dimon su ritiro in pensione e buyback
Il ceo di JPMorgan Jamie Dimon sarebbe pronto ad andare in pensione prima di quanto previsto: a dirlo lo stesso amministratore delegato della banca numero uno degli Stati Uniti.
Immediata la reazione dei titoli JPM, che sono scivolati nella giornata di ieri di oltre il 4% nelle contrattazioni di Wall Street.
Nelle ore precedenti le azioni erano scattate al nuovo record delle ultime 52 settimane, a quota $205,88.
Poi, la tranvata arrivata direttamente da Dimon. Tranvata doppia, va precisato, visto che non è stata solo l’incognita di una JPMorgan orfana del ceo Dimon a far scattare le vendite. Oggi il titolo JPM si riprende dai sell della vigilia, mettendo a segno un progresso superiore a +1,8%.
JPMorgan:
L’AD Jamie Dimon ha proferito infatti un’altra frase che ha scosso il sentiment fino a quel momento favorevole per le azioni del colosso finanziario.
Nel rispondere alla domanda sul timing di una potenziale operazione di buyback, ovvero di riacquisto delle azioni, Dimon ha risposto in modo alquanto brusco:
“Voglio essere chiaro, ok? Non faremo grandi riacquisti di azioni a questi prezzi”.
Unita alla dichiarazione di un ritiro anticipato di Dimon dalla carica di ceo, rispetto ai tempi che erano stati prezzati dai trader, questa risposta ha convinto gli operatori di mercato a scaricare il titolo.
Jamie Dimon non ha dato in realtà indicazioni precise sul momento in cui andrà in pensione.
Detto questo, per la prima volta in assoluto, il numero uno del gigante di Wall Street ha risposto alla domanda su un suo eventuale prossimo ritiro in pensione in modo diverso rispetto a quanto fatto negli ultimi mesi e anni, quando aveva ripetuto in modo quasi meccanico la stessa frase: “Tra cinque anni”.
Stavolta, in occasione dell’Investor Day di JPMorgan che si è svolto ieri a New York, Dimon ha dato una risposta diversa, affermando che il tempo rimasto prima di andare in pensione “non è più di cinque anni”.
“Ci stiamo muovendo”, ha aggiunto Dimon, indicando che la banca avrebbe iniziato a muoversi per cercare di capire chi potrebbe succedergli.
L’AD ha però detto anche di avere “la stessa energia che ho sempre avuto” e che ha permesso a JPMorgan di diventare la prima banca degli Stati Uniti non solo per valore di asset ma in base a tutti i parametri disponibili, dunque anche in termini di depositi, sportelli e utili.
Tornando alla questione del buyback, Dimon ha affossato le speranze degli investitori su eventuali nuove operazioni di riacquisti di azioni, facendo riferimento ai valori troppo elevati a cui le azioni viaggerebbero.
Un articolo della CNBC ha ricordato tuttavia che in realtà JPMorgan sta procedendo al momento a riacquistare azioni, nell’ambito di un piano di buyback che era stato annunciato in precedenza.
Nello specifico, l’articolo ha riportato poi quanto previsto in una nota da Charles Peabody, analista di Portales Partners, ovvero il riacquisto di proprie azioni da parte di JPMorgan per un valore che si aggirerebbe tra i $2 miliardi e i $2,5 miliardi su base trimestrale.
Dimon ha tuttavia rimarcato ieri la regola che JPMorgan rispetta quando si tratta di buyback:
“Se il titolo sale, acquistiamo meno azioni – ha spiegato – Quando scenderà, ne compreremo di più”. Di fatto, l’articolo della CNBC ha fatto notare che le azioni di JPMorgan, dopo il rally dell’ultimo anno, sono di fatto costose, in quanto scambiate a un prezzo che si aggira attorno a 2,4 volte il valore di libro della banca.
Il desiderio di Jamie Dimon di puntare ad accumulare il cash di JPMorgan potrebbe essere motivato anche con la diffidenza che il ceo nutre nei confronti della solidità dell’economia. E’ da un po’ infatti che il banchiere paventa un contesto di tassi di interesse più alti per un periodo di tempo più lungo, a causa di una inflazione Usa che reputa ancora ostinata.
Dimon ha detto inoltre in una recente intervista di rimanere “cauto” sull’economia americana, aggiungendo anche che “la stagflazione è nella lista delle cose possibili” che potrebbero accadere agli Stati Uniti.
In occasione dell’Investor Day di ieri, l’amministratore delegato del colosso di Wall Street ha inoltre ripetuto più volte di essere “cautamente pessimista” riguardo ai rischi economici, riferendosi sia a quelli legati all’inflazione e ai tassi di interesse, che ai rischi geopolitici.