Jackson Hole: è il giorno di Draghi e Yellen, ecco cosa potrà muovere il forex
Domina sui mercati l’attesa per Jackson Hole che oggi vedrà il suo clou con gli interventi di Janet Yellen e Mario Draghi. Difficilmente dal Wyoming arriveranno novità sostanziali circa le intenzioni di politica monetaria di Fed e Bce, ma gli investitori ritengono che soprattutto la Yellen potrebbe sbottonarsi in qualche modo circa il quantitative tightening, ossia il non reinvestimento dei titoli posseduti che andranno in scadenza.
La cautela sarà la parola d’obbligo per non scatenare reazioni eccessive sui mercati. “La posizione della Fed è stata in gran parte palesata nei verbali del FOMC di luglio, lasciando alla Yellen pochi motivi da esporre. Draghi sarà probabilmente ancora più cauto poiché i suoi più recenti commenti di Sintra sono stati considerati da falco“, sottolinea David Lafferty, capo strategist di Natixis Global Asset Management.
In tale scenario sul forex l’euro/dollaro si mantiene e a ridosso di quota 1,18, non lontano dai massimi a due anni toccati nelle scorse settimane.
Yellen e inflazione Usa
Le attese si concentrano relativamente a possibili riferimenti legati all’inflazione, il cui rallentamento può essere interpretato come transitorio o più duraturo e quindi condizionare maggiormente le prossime mosse sui tassi. “Se fosse transitorio – rimarca Asmara Jamaleh, economista mercati valutari di Intesa Sanpaolo – la Fed potrebbe permettersi di alzare ancora i tassi a fine anno, il che favorirebbe un recupero almeno parziale del dollaro. Qualora Yellen dovesse concedere delle aperture in tal senso il biglietto verde ne beneficerebbe immediatamente”.
Draghi sarà il più abbottonato possibile
Sul fronte Bce, dalle minute Bce era emerso che l’istituto centrale in questa fase presta molta attenzione agli effetti che la comunicazione potrebbe avere sui mercati, al fine di evitare un restringimento indesiderato delle condizioni finanziarie, che sarebbe inevitabile se l’euro dovesse apprezzarsi ulteriormente sulle attese per un imminente tapering. Sarà poi interessante verificare “se Draghi sceglierà di richiamare le considerazioni emerse dai verbali sugli effetti di mercato – argomenta Asmara Jamaleh – sia dell’azione di policy sia della comunicazione della banca centrale, cosa che – venendo interpretata come una sorta di strategia per indebolire il cambio – potrebbe effettivamente riuscire a far scendere un po’ l’euro. Tale ipotesi non sembra comunque molto probabile”.