Italia, torna la minaccia NPL: dopo la crisi un’ondata da 60 miliardi di euro
Alla luce della nuova situazione macroeconomica e geopolitica l’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha previsto un aumento del 33% dello stock di NPL entro la fine del 2022 in Europa, un’ondata di crediti deteriorati che nei bilanci delle banche italiane ammonterà a circa €60 miliardi. Il tema è stato analizzato da Zenith Services.
“Le cartolarizzazioni di non performing loan (NPL), anche grazie al recente lancio delle cartolarizzazioni immobiliari, rimangono tra gli strumenti più efficaci al fine di smobilitare lo stock di NPL bancari”, commenta Umberto Rasori, AD di Zenith Service S.p.A., “come dimostra la riduzione del non performing exposure (NPE) ratio italiano dal 16,8% del 2015 al 3,6% del 2021, dato certamente più allineato alla media europea che si attesta a 2,1% secondo la ricerca “Market Watch” di Banca Ifis”. Per il 2023 si stimano cessioni di NPL per circa €37 miliardi e circa €10 miliardi di transazioni relative ad unlikely to pay (UtP).
Lo scenario economico globale odierno, già scosso dagli effetti della pandemia e successivamente dal conflitto in Ucraina, è stato investito dall’impennata dei prezzi delle materie prime e dell’energia che hanno condotto a significative instabilità ed incertezze sui mercati reali e finanziari mondiali, effetti che hanno contribuito a mettere in crisi il modello dell’iperglobalizzazione, già messo pesantemente in discussione dalla pandemia. L’analisi di Zenith Service è concorde con le principali agenzie di rating nel prevedere un rallentamento dell’economia europea negli ultimi mesi dell’anno e nel 2023. Fitch Ratings ha abbassato le previsioni di crescita del PIL per l’Eurozona nel 2023 di 0,4 punti percentuali, portandole al 2,6%.
Relativamente all’Italia, Moody’s ha previsto a sua volta un rallentamento del PIL che si attesterà allo 0,8% nel 2023 rispetto al 2,2% dell’anno in corso. Tutti ingredienti che verosimilmente andranno ad aumentare le capacità di rimborso dei debitori, con prospettive poco rassicuranti per le banche italiane.