Italia: spread rientra ma mercati restano alla finestra. Scelte banche centrali rimangono ago della bilancia
Alla chiusura del terzo trimestre le aziende italiane hanno registrato performance migliori delle attese, ma non abbastanza per pensare di essere usciti da una fase di incertezza che purtroppo pesa ancora sulle prospettive di crescita delle aziende. Così Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity di Kairos nella sua rubrica mensile “Italian Times”.
Il mese di novembre è stato particolarmente movimentato per i mercati per via dei reporting delle aziende e dei dati sull’inflazione che per la prima volta ha visto un rallentamento.
Le borse europee stanno confermando il momento di grazia, con performance relative maggiori rispetto agli indici statunitensi. Nell’ultimo mese, il FTSE MIB ha guadagnato circa l’8%, il DAX il 9%, mentre il Nasdaq e l’S&P 500 rispettivamente il 4% e il 5%. Questo rally è dettato da sei settimane consecutive di short covering (al fine di operare una vendita allo
scoperto, il venditore prende a prestito titoli e li vende immediatamente sul mercato, con l’intento di ricomprarli in futuro ad un prezzo inferiore), 50% dei posizionamenti put annullati e 5 miliardi di call acquistate. Diverse società del vecchio continente, sono inoltre particolarmente avvantaggiate dal deprezzamento dell’Euro.
“La parola d’ordine resta comunque “cautela” – continua Trabattoni – “poiché, pur essendoci segnali di ripresa, rimaniamo in un contesto macroeconomico molto complicato, con tensioni geopolitiche, crisi energetica e la guerra Ucraina-Russia ancora in corso”.
E ad un mese dall’insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, Trabattoni tira un po’ le prime mosse sulla manovra di bilancio che ammonta a 35 miliardi di euro.
I principali interventi riguardano il sostegno alle famiglie e alle imprese per contrastare il caro energia e l’aumento dell’inflazione, ma anche per la riduzione del cuneo fiscale e dell’Iva su alcuni prodotti; l’annullamento del reddito di cittadinanza; l’estensione della flat tax per autonomi e partite Iva fino a 85.000 euro e l’aumento del tetto al contante da 1.000 a 5.000 euro.
In questo contesto, conclude l’esperto “anche se lo spread è rientrato, i mercati rimangono alla finestra, aspettando le scelte delle Banche Centrali che saranno probabilmente il vero ago della bilancia”.