Italia paga crisi Turchia anche con balzo spread. Avversione al rischio scatena buy sui Bund
L’Italia paga la crisi turca: non solo con UniCredit, con il titolo che accelera al ribasso in linea con il peggioramento della lira turca dopo l’annuncio di Donald Trump arrivato con un tweet. Ma anche con lo spread, che nel pomeriggio vola di oltre 5 punti percentuali fino a superare anche la soglia di 265 punti base. Il circolo vizioso fa sì che il balzo del differenziale abbia un effetto domino su Piazza Affari, che assiste alla flessione superiore a -2% dell’indice Ftse Mib.
In realtà a cadere, nella giornata di oggi, è la maggior parte dei bond dell’Eurozona. Si salvano i Bund tedeschi, presso cui si rifugiano gli investitori scioccati dalla carrellata di notizie negative, che si riassumono oggi tutte nella crisi che sta mettendo in ginocchio la Turchia.
Il crollo della lira turca ha un effetto domino sugli asset europei, in particolare bancari, dopo che l’FT ha riportato indiscrezioni secondo cui la Bce sarebbe preoccupata per l’esposizione che alcune banche dell’Eurozona hanno verso la Turchia. Il Financial Times ha fatto anche alcuni nomi, tra cui quello di UniCredit.
Il report dell’FT non viene scontato solo dall’azionario ma anche dall’euro, che buca quota $1,15, accelerando ulteriormente al ribasso dopo il tweet con cui Trump comunica di aver dato istruzioni affinché i dazi doganali Usa imposti sull’alluminio e sull’acciaio della Turchia vengano raddoppiati rispettivamente al 20% e al 50%.
L’attacco ben si inquadra nella guerra commerciale in corso a livello mondiale, lanciata da Trump in particolare contro la Cina. Si tratta di un attacco che mette in evidenza anche l’esasperazione di Trump per la solidità del dollaro: praticamente, viene in qualche modo inaugurata l’escalation di una guerra valutaria più o meno esplicita, magari combattuta a colpi di tweet. Peccato per Trump e anche per la Turchia, tuttavia, che il tweet non faccia cadere il biglietto verde, quanto piuttosto ancora la lira turca.
L’avversione al rischio che conquista il mondo intero spinge gli investitori a puntare sugli asset più sicuri: non solo yen e franco svizzero, ma anche i Bund. Il balzo dello spread BTP-Bund si spiega infatti soprattutto con i buy sui titoli di stato tedeschi, che portano i tassi decennali a crollare di oltre -14% allo 0,32%.
In tutto questo, ovviamente il fattore Italia e i timori per l’imminente manovra 2019 che dovrà essere varata dal governo M5S-Lega giocano la loro parte. Sicuramente non aiutano le ultime dichiarazioni del viceministro Luigi Di Maio. Inoltre, attenzione alla notizia che è stata oscurata oggi dal caos Turchia, ma che è indubbiamente un importante market mover.
Oggi il Tesoro ha collocato Bot a 1 anno: il livello della domanda è stato buono, con un bid-to-cover a 1,79. Collocati 6 miliardi di bond, a fronte di una domanda che è stata pari a 10,7 miliardi di euro.
Tuttavia i tassi sono stati interessati da una forte impennata, balzando allo 0,679%, +34 punti base rispetto all’ultima emissione. E, in un contesto di cautela più pronunciata nei confronti dell’Italia, la notizia conferma indubbiamente come gli investitori pretendano di più per continuare a puntare su BTP & Co.