Italia: nuovo calo per l’indice delle vendite al dettaglio, pesa calo della componente alimentare
Nuovo calo per l’indice che misura l’andamento delle vendite al dettaglio italiane. Secondo le statistiche diffuse questa mattina dall’Istituto nazionale di statistica, l’indice che misura l’andamento delle vendite al dettaglio nel nostro Paese a maggio ha segnato, per il secondo mese consecutivo, un rosso dello 0,1% mensile. Gli analisti avevano stimato un +0,3%.
Il dato scaturisce dal -0,8% della componente alimentare e della crescita dello 0,3% di quella non alimentare. In flessione, anche, il volume delle vendite (-0,3%), conseguenza di una flessione dell’1,1% delle vendite di prodotti alimentari e di un aumento dello 0,1% di quelle di prodotti non alimentari.
Nei tre mesi al maggio 2017, sia il valore sia il volume delle vendite restano invariati rispetto al trimestre precedente, con le vendite di beni alimentari che non registrano variazioni in valore e diminuiscono dello 0,2% in volume; anche le vendite di beni non alimentari restano stazionarie in valore, mentre aumentano dello 0,1% in volume.
Su base annua le vendite al dettaglio segnano un incremento di un punto percentuale in termini di valore e dello 0,2% dal fronte dei volumi. A livello di canale distributivo, in un anno la grande distribuzione ha messo a segno un +1,1% e dello 0,8% per le imprese operanti su piccole superfici.
Non basta l’incremento delle vendite dell’1% a maggio per parlare di ripresa dei consumi in Italia. Lo afferma il Codacons, commentando i dati Istat diffusi oggi. “In realtà le vendite non stanno affatto crescendo, e rimangono stazionarie rispetto allo scorso anno – spiega il presidente Carlo Rienzi – L’Istat ci dice infatti che nel trimestre marzo–maggio 2017 le vendite rimangono inalterate sia in volume che in valore rispetto al trimestre precedente, mentre nei primi 5 mesi dell’anno l’incremento, rispetto allo stesso periodo del 2016, segna un impercettibile aumento tendenziale dello 0,1%, mentre il volume vede una diminuzione dello 0,9%”.
“E’ evidente come tali dati siano del tutto insufficienti ai fini di una ripresa dei consumi in Italia – prosegue Rienzi – Nonostante i numeri positivi registrati a maggio, le vendite in Italia sono sostanzialmente ferme”.