Notizie Notizie Italia Italia appesa a fardello debito: per Ue corsa non è finita. Focus anche su nuovi numeri Bankitalia

Italia appesa a fardello debito: per Ue corsa non è finita. Focus anche su nuovi numeri Bankitalia

15 Maggio 2024 12:28

Il debito pubblico resta una zavorra per l’Italia. Lo conferma la salita verso la soglia di 2.900 miliardi di euro a marzo, annunciata dalla Banca d’Italia. Lo confermano le nuove stime zoppicanti sul fronte delle finanze pubbliche, annunciate oggi dalla Commissione europea. Con il nuovo documento “Spring 2024 Economic Forecast“, da Bruxelles mandano, infatti, un chiaro avvertimento al governo Meloni: il debito pubblico tricolore è destinato ad aumentare ancora.

Bankitalia, nuova corsa del debito pubblico a marzo

Debito pubblico da record. Secondo i dati diffusi oggi dalla Banca d’Italia che ha pubblicato il consueto aggiornamento statistico “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”, lo scorso marzo il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 23 miliardi di euro rispetto al mese precedente, balzando a 2.894,7 miliardi. Bankitalia spiega che “il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (27,7 miliardi) ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (4,2 miliardi, a 38,6). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha ridotto il debito di 0,6 miliardi”.

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 22,8 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali di circa 0,1 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto invece sostanzialmente stabile. La vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,8 anni.

Da palazzo Koch precisano che “la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 23,7 per cento a marzo (dal 24 per cento del mese precedente), mentre a febbraio (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quelle detenute dai non residenti e dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) si sono collocate rispettivamente al 28,3 e al 13,6 per cento, in entrambi i casi in aumento rispettivamente dal 27,9 e dal 13,5 per cento del mese passato.

Sono salite nel mese di marzo le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato che si sono attestate a 37 miliardi, in aumento del 5,7 per cento (2 miliardi) nel confronto con il corrispondente mese del 2023. Se si osserva il saldo dei primi tre mesi, le entrate tributarie sono state pari a 122,9 miliardi, in aumento del 7,8 per cento (8,9 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Unc: nuovo record storico, debito a italiano pari a 49 mila e 64 euro

Un nuovo record storico per il debito pubblico che finisce anche sotto la lente delle associazioni dei consumatori. Tra cui Unione Nazionale Consumatori (Unc). “Record storico! Il debito pubblico tocca un nuovo primato. Una pessima notizia, anche se il cambio di rotta nella politica monetaria della Bce previsto a breve potrebbe dare all’Italia un sospiro di sollievo rispetto all’onere del debito“, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, aggiungendo che “se fosse un debito a italiano si tratterebbe di una cifra mostruosa, pari a 49 mila e 64 euro, se fosse a famiglia sarebbe addirittura pari a 109 mila e 645 euro”.

Debito pubblico, la corsa non è finita: i numeri di Bruxelles

E proprio oggi, caso vuole, sono arrivate anche le previsioni della Commissione europea che avverte che il debito pubblico italiano è destinato a salire. Se la buona notizia è che l’economia tricolore cresce a un ritmo superiore rispetto alla Francia e alla Germania (conaiserate le due locomotive della zona euro), quella negativa fa rima con “fardello debito”.  Presentando il nuovo Outlook economico, con le previsioni di primavera, gli economisti scrivono: “l rapporto debito pubblico/pil è destinato ad aumentare nel periodo 2024-2025 a causa di un differenziale di crescita degli interessi meno favorevole e dell’effetto ritardato degli incentivi alla ristrutturazione delle abitazioni”. Tradotto in numeri: se nel 2023 il debito pubblico era sceso al 137,3% del Pil, la sua risalita ricomincerà nel 2024 con un dato al 138,6% e al 141,7% nel 2025.

“Il rapporto debito/pil è calato di 3,2 punti percentuali al 137,3% nel 2023 dato che l’elevato disavanzo primario è stato compensato sia da un differenziale favorevole tra crescita degli interessi sia da un aggiustamento stock-flussi in riduzione del debito”, segnala la Commissione europea nel capitolo dedicato all’Italia. E aggiunge: “In futuro, si prevede che l’aggiustamento stock-flussi giocherà un ruolo importante nell’evoluzione del debito, poiché i crediti d’imposta per la ristrutturazione delle abitazioni (ovvero il Superbonus, n.d.r.), che erano già stati registrati secondo il principio della competenza nel disavanzo, inizieranno a riflettersi pienamente nel flusso di cassa”. Di conseguenza, spiegano da Bruxelles, “insieme a un differenziale di tasso di interesse-crescita meno favorevole, questo dovrebbe portare a un aumento del rapporto debito/pil al 141,7% entro il 2025”.

Un disavanzo primario, sebbene più contenuto, è quindi destinato a continuare a pesare sull’andamento del debito nel corso del periodo di previsione.

 

Ecco in sintesi le stime per l’Italia da parte della Commissione europea

 

(In fase di scrittura)