Investitori bocciano esito voto: BTP venduti, banche italiane a minimi due mesi. Si prevede aumento volatilità
Effetto elezioni sugli asset italiani: i risultati del voto non piacciono ai mercati, che penalizzano Piazza Affari e i BTP italiani.
In generale, l’incertezza su quello che sarà il futuro dell’Italia zavorra i mercati europei, trascinando al ribasso il Ftse Mib, che in avvio è arrivato a perdere fino a -2%, al minimo in sei mesi.
Sono soprattutto i titoli bancari a mettere ko il listino, con la sospensione per eccesso di ribasso che scatta per Banco BPM e Bper. Le due azioni tornano alle contrattazioni con cali rispettivamente del 6% e del 6,70% circa.
Le banche italiane, riporta Reuters, vedono le loro quotazioni scendere al minimo in quasi due mesi, in flessione dell’1,4%. I sell off prendono di mira soprattutto il settore a causa della sua elevata esposizione ai bond governativi. Giù dunque anche FinecoBank -1,63%, Intesa SanPaolo -2,05%, Ubi Banca -4,89% e UniCredit -2,95%.
“Ci aspettiamo lunghe trattative dopo queste elezioni, e tale fattore potrebbe scatenare un aumento della volatilità degli asset italiani”, commennta Matteo Ramenghi, CIO presso UBS WM Italy.
Ciò che innervosisce gli investitori è la vittoria di partiti e movimenti anti-establishment in queste elezioni politiche del 2018.
I veri vincitori sono M5S e Lega, con quest’ultima che ha battuto Forza Italia di Silvio Berlusconi, rimescolando le carte nel centrodestra.
A questo punto, all’interno della coalizione, Matteo Salvini potrà decidere di fare la voce grossa contro Berlusconi, che probabilmente pensava di avere il controllo della situazione.
Così gli strategist di UniCredit: “I Btp italiani finiranno probabilmente sotto pressione dopo i risultati delle elezioni politiche. D’altronde, “non c’è una maggioranza chiara in parlamento, motivo per cui la scena sarà dominata dall’incertezza almeno fino a fine marzo“.
Gli esperti fanno notare l’effetto sopresa, mettendo in evidenza come i populisti abbiano “ottenuto un risultato molto più forte di quanto i sondaggi avessero previsto”.
Rebecca O’Keeffe, responsabile investimenti presso Interactive Investors, sottolinea che i mercati italiani sono nervosi:
“Sembra che l’Italia abbia deciso di fare un passo verso destra, spostandosi a favore del populismo e del cambiamento. La complessità del sistema elettorale italiano rende molto difficile capire cosa potrà accadere e quando, ma né il M5S né la Lega sono partiti che vengono considerati dai mercati opzioni appetibili per l’euro”.
L’incognita Italia pesa in generale sui mercati di tutto il mondo e, a livello politico, sul futuro dell’Unione europea.
Intervistato da Reuters Michael Leister, strategist di Commerzbank, afferma che “riuscire a formare una coalizione di governo stabile (in Italia) sarà ancora più difficile di quanto atteso e le incertezze che ne seguiranno saranno uno scenario che non piacerà ai mercati”.
Tra l’altro, la vittoria dei populisti – che nelle elezioni presidenziali francesi dello scorso anno sono stati fermati dal fenomeno di Emmanuel Macron e che nelle elezioni tedesche arginati con l’asse CDU-Spd – conferma come in Europa il sentiment anti-establishment non sia stato affatto sedato.
“I risultati italiani probabilmente fermeranno parte del momentum perchè, anche se l’Europa è tradizionalmente guidata dall’asse franco-tedesco, l’Italia rimane enormemente importante” – ha detto a Reuters Erik Norland,economista senior presso CME Group – E avere un’Italia non favorevole a una maggiore integrazione, contraria all’immigrazione e pronta ad adottare una linea fiscale diversa limiterà il margine di rialzo nei prossimi giorni e settimane”.
Intanto, sul Ftse Mib si mette in evidenza anche il capitombolo di Mediaset, con i mercati che scontano che, dopo il superamento di Forza Italia da parte della Lega, Silvio Berlusconi verserà in condizioni di maggiore debolezza nella battaglia legale tra il Biscione e Vivendi.
Lo spread BTP-Bund sale fino a 154 punti, rispetto ai 140 punti base della chiusura di venerdì, a fronte di un tasso decennale che supera ampiamente la soglia del 2%, oscillando attorno al 2,14%.