Investimenti, E’ giunta l’ora di vendere i Bund?
Negli ultimi tempi i titoli di Stato tedeschi sono andati rafforzandosi. Ma l’ultimo rally secondo Wolfgang Bauer, gestore del fondo M&G (Lux) Absolute Return Bond di M&G Investments, non è sostenibile. “Di recente – spiega Bauer – i Bund hanno offerto un’efficace copertura contro la crescente incertezza politica in Italia, dovuta alla correlazione negativa tra i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi e italiani, poiché la Germania si presenta come un modello di stabilità: tuttavia, che dire dei rischi politici in Germania?
Una fine improvvisa del mandato della Cancelliera Angel Merkel, la cui autorità è sempre più spesso contestata, non sembra infatti così inverosimile. “Dopo lo scivolone, insieme al ministro degli Interni, sulle politiche tedesche nei confronti dei rifugiati, il quarto governo Merkel (la cui formazione ha richiesto cinque mesi e mezzo) sta affrontando una delle crisi più gravi mai capitate”, commenta lo strategist.
Ipotesi marco
Ipotesi marco
Il fatto è che anche se la cancelliera Merkel venisse spodestata – ed è un grande “se” – i titoli di Stato tedeschi potrebbero in verità trarne beneficio. Per quale motivo dovrebbe accadere qualcosa che va contro la logica finanziaria? Secondo Bauer, in caso di crollo dell’area Euro, i Bund potrebbero essere ridenominati in una nuova versione del marco tedesco, che si apprezzerebbe quasi certamente rispetto alla maggior parte delle altre valute, incrementando così i rendimenti totali per gli investitori nei Bund.
“Pertanto, maggiori sono i rischi politici in Europa, maggiore è la probabilità di una ridenominazione dei Bund”, afferma lo strategist.
La performance
La performance
Ma, lasciando da parte l’ipotesi marco, quanto potrebbero scendere ancora i rendimenti dei Bund rispetto ai livelli attuali? Va sottolineato che tali rendimenti hanno visto un riprezzamento significativo negli ultimi mesi, in particolare nella parte breve della curva. L’attuale rendimento quinquennale (-0,3%) è infatti più vicino al minimo storico raggiunto all’inizio di luglio 2016 (-0,6%) che al massimo da inizio anno (+0,1% a febbraio).
La parte centrale della curva dei rendimenti dei Bund ha quindi registrato un rally di circa 45 punti base da febbraio, mentre la parte lunga si è contratta di oltre 30 punti base. “Si tratta di movimenti molto significativi per il mercato dei Bund e direi che una buona parte dell’incertezza politica e dell’avversione al rischio sia già pienamente scontata ai livelli attuali”, è il commento di Bauer.
Non è il 2016
Naturalmente, se prevarrà il sentiment di avversione al rischio, i rendimenti dei Bund potrebbero in teoria scendere al di sotto dei minimi del 2016. Tuttavia, come ricorda Bauer, è importante ricordare quanto fosse straordinaria la situazione di allora.
“Subito dopo il referendum su Brexit – dice lo strategist – i dubbi sulla solidità della zona Euro stavano aumentando e, di conseguenza, i Bund stavano beneficiando della tendenza a rifugiarsi in titoli di qualità di cui parlavo prima e delle speculazioni su una possibile ridenominazione”.
Non solo. Le Banche centrali stavano inondando il mercato di liquidità con la BCE che acquistava titoli per un valore di 80 miliardi di euro al mese e i Bund che erano in cima alla loro “lista della spesa”. Infine, dopo il drammatico crollo del prezzo del petrolio al di sotto dei 30 dollari a barile all’inizio del 2016, l’inflazione europea era inesistente.
Non solo. Le Banche centrali stavano inondando il mercato di liquidità con la BCE che acquistava titoli per un valore di 80 miliardi di euro al mese e i Bund che erano in cima alla loro “lista della spesa”. Infine, dopo il drammatico crollo del prezzo del petrolio al di sotto dei 30 dollari a barile all’inizio del 2016, l’inflazione europea era inesistente.
“In effetti, la deflazione era fonte di preoccupazione in quanto l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) scese a -0,2% su base annua nell’aprile 2016″, spiega Bauer. Che aggiunge: “In breve, tutte le stelle erano allineate. Si trattava di un momento unico in un’epoca in cui le condizioni per i Bund non avrebbero potuto essere migliori”.
La fine del QE
La fine del QE
Questo è il motivo per cui M&G è scettica sul fatto che i Bund raggiungeranno i livelli di metà del 2016 in tempi brevi, sempre che li raggiungeranno. “L’inflazione in Europa è cresciuta, con l’indice IPCA all’1,9% su base annua, in linea quindi con gli obiettivi di stabilità dei prezzi della BCE, mentre lo stimolo monetario si sta lentamente riducendo – spiega Bauer – Gli acquisti netti di asset saranno gradualmente diminuiti dal quarto trimestre di quest’anno prima di essere del tutto conclusi a fine anno”. Ricordiamo che i Bund sono stati i principali beneficiari del piano di acquisti di titoli pubblici della BCE (PSPP): gli acquisti cumulativi mensili di debito tedesco hanno superato i 485 miliardi di euro a fine maggio, quasi un quarto del totale degli acquisti dell’intero programma. “Anche se i rimborsi di capitale dai titoli in scadenza saranno reinvestiti nel prossimo futuro, il vento a favore sulle valutazioni dei Bund diminuirà notevolmente in futuro”, aggiunge lo strategist.
Il mercato, tuttavia, sembra trovare grande conforto nell’annuncio che la BCE ha in effetti escluso qualsiasi aumento dei tassi, almeno fino all’estate del prossimo anno. “Sebbene questa misura sarebbe in grado di stabilizzare la parte breve della curva, i Bund con scadenze più lunghe sono ancora vulnerabili. Una volta che l’umore generale dei mercati diventerà meno agitato, credo che i rendimenti dei Bund dovranno pedalare in salita nel medio termine. Potrebbe essere un buon momento per realizzare alcuni profitti e riconsiderare l’esposizione ai Bund”, conclude Bauer.
Il mercato, tuttavia, sembra trovare grande conforto nell’annuncio che la BCE ha in effetti escluso qualsiasi aumento dei tassi, almeno fino all’estate del prossimo anno. “Sebbene questa misura sarebbe in grado di stabilizzare la parte breve della curva, i Bund con scadenze più lunghe sono ancora vulnerabili. Una volta che l’umore generale dei mercati diventerà meno agitato, credo che i rendimenti dei Bund dovranno pedalare in salita nel medio termine. Potrebbe essere un buon momento per realizzare alcuni profitti e riconsiderare l’esposizione ai Bund”, conclude Bauer.