Notizie Notizie Mondo Investimenti, come preparare i portafogli con il ritorno la volatilità sui mercati

Investimenti, come preparare i portafogli con il ritorno la volatilità sui mercati

5 Giugno 2018 10:15

Nel 2017 i mercati hanno registrato una calma surreale e la perdita massima subita dalle azioni globali è stata inferiore al 2%, mentre da inizio 2018 ad oggi è già salita al 9%. In altre parole, da febbraio la volatilità si è riportata su livelli vicini alle medie storiche per via di una combinazione di diversi fattori: le Banche centrali si apprestano a terminare le iniezioni di liquidità durate quasi un decennio, i dati economici (seppur buoni) si confrontano con aspettative elevate e la situazione politica si è ulteriormente complicata in molti Paesi. E, secondo Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy, l’aumento della volatilità è un elemento con il quale dovremo convivere per i prossimi mesi e anche anni.
Maggiore volatilità non significa, però, che le performance debbano necessariamente peggiorare – aggiunge Ramenghi – Da un punto di vista fondamentale, occorre monitorare soprattutto le valutazioni del mercato azionario e la redditività delle società che ne fanno parte. In questo senso, le ultime trimestrali hanno confermato un andamento particolarmente favorevole, soprattutto negli Stati Uniti, che ha superato di parecchio le attese degli analisti”.

 

Canada e Svizzera

 

Ma quali sono allora le scelte di investimento migliori in questa fase? La premessa dello strategist è che attualmente le valutazioni sono leggermente al di sotto delle medie storiche e, ad oggi, non si vedono segnali di bolle speculative.

Pertanto confermiamo un sovrappeso sul mercato azionario, concentrato soprattutto sull’indice globale – afferma Ramenghi –  In considerazione del rimbalzo del prezzo del petrolio, abbiamo invece avviato un sovrappeso sul Canada, mentre sottopesiamo la Svizzera viste le elevate valutazioni e la relativa debolezza dei risultati”.

 

Dollaro e altre valute

Quanto alle valute, Ubs ha deciso di ridurre il sottopeso sul dollaro. “A medio termine, infatti, le politiche fiscali di Donald Trump dovrebbero portare a un ulteriore indebolimento, ma nell’immediato diversi fattori tecnici (rialzo dei tassi, del prezzo del petrolio, flussi legati ai cambiamenti fiscali, ecc.) lo stanno sostenendo”, spiega lo strategist. “Chiudiamo anche la posizione lunga sul real brasiliano rispetto al dollaro statunitense – prosegue Mark Haefele, Chief Investment Officer Global Wealth Managementdi Ub – e prendiamo profitto sul sovrappeso sullo yen giapponese rispetto al dollaro neozelandese. Apriamo poi un sovrappeso sullo yen rispetto al dollaro statunitense e manteniamo una posizione lunga sul dollaro canadese contro il dollaro statunitense e sulla rupia indiana rispetto al dollaro di Taiwan”.

 

Strategie anti volatilità

Anche se Ramenghi ritiene che ci sia ancora potenziale nei mercati, soprattutto in quello azionario, è vero che ci troviamo in una fase avanzata del ciclo economico e pertanto, negli ultimi mesi, i money manager hanno adottato una serie di accorgimenti per contenere la volatilità dei portafogli.

Come spiegalo strategist, la prima misura è stata quella di adottare la massima diversificazione. “Inoltre, abbiamo preso alcune posizioni in strumenti che possono beneficiare di un aumento repentino della volatilità (put sull’indice S&P500), o agire come beni rifugio (yen e Treasury statunitensi). Infine, in un portafoglio ben diversificato, suggeriamo di valutare l’utilizzo di hedge fund”, conclude Ramenghi.