Intesa Sanpaolo congela la cedola: sarà proposta in autunno se Bce darà via libera
La cedola di Intesa Sanpaolo va nel freezer almeno fino all’autunno, poi la banca confida di porter tornare a premiare i propri azionisti ma dipenderà tutto dall’arrivo del via libera da parte della Bce.
Discorso cedola rimandato a ottobre
Il cda di Intesa Sanpaolo oggi ha preso atto della comunicazione della Bce del 27 marzo scorso in merito alla politica dei dividendi nel contesto conseguente all’epidemia da COVID-19 e ha deciso di sospendere la proposta di distribuzione cash agli azionisti di circa 3,4 miliardi di euro, pari 19,2 centesimi di euro per azione, all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria convocata per il 27 aprile 2020, e ha deliberato di proporre alla prossima Assemblea ordinaria l’assegnazione a riserve dell’utile dell’esercizio 2019.
Nei prossimi mesi la Bce valuterà se la sua raccomandazione riguardante la politica dei dividendi si estenderà oltre la data del 1° ottobre 2020. In subordine alle indicazioni che arriveranno dalla Bce e al presidio della solidità patrimoniale del Gruppo, Intesa Sanpaolo intende convocare un’Assemblea Ordinaria successivamente al 1° ottobre per dare esecuzione alla distribuzione di parte delle riserve agli azionisti entro l’esercizio 2020, anche in considerazione del supporto alla situazione finanziaria delle famiglie e alle erogazioni da parte delle fondazioni particolarmente necessario nel contesto conseguente all’epidemia da COVID-19.
Il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha rimarcato che la sospensione del dividendo, decisa in seguito alle raccomandazioni inviate dalla Bce a tutte le banche europee, è un qualcosa di momentaneo. “Le banche come Intesa Sanpaolo, dotate di un eccesso di capitale ai vertici di settore e di una eccellente efficienza operativa, sono quelle più resilienti nelle fasi difficili e, come tali, sono quelle che beneficeranno del cosiddetto effetto flight‐to‐quality e che, nei prossimi mesi, potranno tornare a remunerare gli azionisti con dividendi elevati e sostenibili“, dice il banchiere aggiungendo: “Riteniamo che la distribuzione di dividendi in contanti da parte delle banche con elevata patrimonializzazione – in grado di mantenere anche in circostanze complesse il ruolo di supporto a famiglie e imprese – sia importante per gli azionisti retail e rappresenti un cruciale supporto alle erogazioni da parte delle fondazioni, particolarmente necessario in un contesto come quello determinato dall’epidemia da Coronavirus”.
Cet1 oltre 15% senza distribuzione dividendo
La non distribuzione della cedola si traduce in un ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale del Gruppo Intesa Sanpaolo: con riferimento al 31 dicembre 2019, il coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime aumenta dal 14,1% (superiore di circa 4,6 punti percentuali al requisito SREP comprensivo del combined buffer e con un capitale eccedente il requisito per oltre 13 miliardi di euro) al 15,2%, superiore di circa 5,8 punti percentuali al requisito SREP comprensivo del combined buffer e con un capitale eccedente il
requisito per oltre 16,5 miliardi di euro.
OPS su UBI ancora più valida dopo Covid-19
Intesa Sanpaolo coglie l’occasione per confermare la validità dell’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria sulle azioni ordinarie di UBI Banca e quindi la proposta di conferimento di una delega al Consiglio di Amministrazione per l’esecuzione dell’aumento di capitale a servizio dell’offerta, che è all’ordine del giorno dell’Assemblea straordinaria convocata per il 27 aprile 2020. “La motivazione strategica dell’operazione assume ancora maggiore valenza nel contesto conseguente all’epidemia da COVID-19 – rimarca la banca nella nota in cui ha comunicato lo stop del dividendo – in particolare per quanto riguarda le sinergie di costo nonché l’aumento del grado di copertura dei crediti deteriorati e la riduzione dei crediti unlikely to pay e in sofferenza”.
Le banche di minori dimensioni hanno ridotte possibilità di avvalersi delle leve dell’efficienza e della riduzione del profilo di rischio per fronteggiare un quadro economico sfavorevole e contrastare gli impatti sul tessuto sociale, a fronte del rafforzamento del ruolo di motore della crescita sostenibile e inclusiva e di punto di riferimento per la sostenibilità e la responsabilità sociale del Gruppo risultante dall’operazione.