Intesa Sanpaolo brilla a Piazza Affari grazie a conti sopra attese e piano industriale
Il titolo Intesa Sanpaolo è tra i migliori di Piazza Affari con un guadagno dell’1,8% a 3,14 euro e una sovraperformance sul Ftse Mib del 3,3% e sull’indice di settore del 2 per cento. Dinamica merito sia dei conti del quarto trimestre 2017, che sono stati sopra le attese degli analisti, sia del piano industriale 2018-2021, piaciuto al mercato.
Per quanto riguarda il piano industriale, Intesa Sanpaolo intende rafforzare ulteriormente l’unicità del proprio modello di business, coniugando la generazione di ricavi focalizzata sulla crescita delle commissioni a un’elevata efficienza, abbinandolo all’unicità del profilo di rischio.
I principali target al 2021 sono: rendimento del capitale largamente superiore al costo del capitale. Il rote è atteso al 14,6%, il roe al 12,4% e il risultato netto a 6 miliardi nel 2021. Il payout ratio all’85% per il 2018, 80% per il 2019, 75% per il 2020 e 70% per il 2021. Il common equity tier 1 ratio pro-forma a regime sarà pari al 13,1% nel 2021 includendo gli impatti regolamentari, anche di basilea IV. L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti a clientela totali nel 2021 dovrebbe raggiungere il 6% al lordo delle rettifiche e al 2,9% al netto.
Il management prevede un calo dei costi nel 2021 vs 2017 e un cost/income ratio al 45,4% nel 2021. Cresceranno i ricavi anche cogliendo nuove opportunità: leadership in Europa nel wealth management&protection, con forte sviluppo dell’assicurazione danni.
Per quanto riguarda gli investimenti, il management ricorda che le persone e il digitale sono i fattori di successo. Il piano infatti scaturisce dal coinvolgimento di tutta la banca e prevede 5,8 miliardi di investimenti, di cui 2,8 miliardi per completare la trasformazione digitale.
Anche i conti di Intesa Sanpaolo sono stati particolarmente buoni e sopra le attese. La banca guidata da Carlo Messina ha chiuso il quarto trimestre del 2017 con un utile netto di 1,43 miliardi, contro gli 1,09 miliardi stimati dagli analisti. Il risultato comprende il contributo pubblico di 3,5 miliardi legato all’acquisizione delle due banche venete. Escluso questo contributo l’utile netto è salito da 776 milioni a 1,34 milioni. I proventi operativi sono aumentati dell’8,6% a 4,54 miliardi. In quest’ambito, gli interessi netti sono rimasti pressoché stabili (+0,3%) a 1,74 miliardi.
Intesa Sanpaolo mostra anche una patrimonializzazione molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 31 dicembre 2017, il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime è risultato pari al 14%, livello top tra le maggiori banche europee. Elevati anche i livelli di copertura dei crediti deteriorati: il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati è pari al 51,1% a fine 2017, rispetto al 48,8% di fine 2016, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 63,1% (60,6% a fine 2016).
Alla luce di questa performance, il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo ha deliberato di proporre alla prossima assemblea ordinaria la distribuzione di un dividendo pari a 20,3 centesimi di euro per azione ordinaria e 21,4 centesimi per azione di risparmio.