Inflazione USA rallenta ancora, i mercati sperano nella svolta sui tassi della Fed
I prezzi al consumo negli Stati Uniti crescono meno del previsto nel mese di ottobre, indicando che il picco sia stato raggiunto, il che permetterebbe alla Fed di rallentare il passo dei rialzi dei tassi. L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4% m/m dopo essere salito dello stesso margine a settembre, secondo i numeri pubblicati dal Dipartimento del lavoro USA. Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto che l’IPC sarebbe aumentato dello 0,6%. Mentre, su base annuale, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 7,7% dopo essere aumentato dell’8,2% sulla stessa base a settembre.
Questa è la prima volta da febbraio 2022 che l’aumento annuale dell’IPC registra un numero inferiore all’8%. L’IPC annuale ha raggiunto il picco del 9,1% a giugno, che è stata la crescita più importante da novembre 1981. L’indice core, esclusi i costi volatili di beni alimentari ed energetici è aumentato dello 0,3% su base mensile e del 6,3% su base annua, anche qui sotto le stime degli analisti dello 0,5% e del 6,5%, rispettivamente.
I prezzi dei veicoli usati hanno registrato un calato del 2,4% contribuendo al calo dei dati sull’inflazione. I prezzi dell’abbigliamento sono diminuiti dello 0,7% sempre su base mensile e i servizi di assistenza medica sono scesi dello 0,6%.
I prezzi degli alloggi che costituiscono circa un terzo dell’IPC, sono aumentati dello 0,8% in ottobre, il più grande aumento mensile dal 1990, e del 6,9% rispetto ad un anno fa, il livello annuale più alto dal 1982. Inoltre, i prezzi del petrolio sono esplosi 19,8% in più per il mese e sono in aumento del 68,5% su base 12 mesi.
I prezzi dei beni alimentari sono aumentati dello 0,6% nel mese e del 10,9% su base annuale, mentre l’energia è cresciuta rispettivamente dell’1,8% m/m e del 17,6% a/a.
L’inflazione scatena gli acquisti sui mercati
I mercati hanno reagito bruscamente ai numeri sull’inflazione USA, il Dow Jones registra un rialzo di oltre 800 punti o +2,27%. Il Nasdaq Composite in rally, sale del 4,3% a 10.810 punti ed l’indice principale di Wall Street, l’S&P 500 guadagna il 3,5% a 3.878 punti.
Acquisti anche sul mercato obbligazionario scende il rendimento del Treasury decennale del 5% a 3,88%, in calo anche l’indice del dollaro (-1,6%) a quota 108,66.
“La tendenza dell’inflazione è in sviluppo positivo, quindi è un’ottima notizia in termini di dati”, hafferma Michael Arone, Chief Investment Strategist, State Street Global Advisors. “Tuttavia, gli investitori sono ancora cauti e stanno aspettando con grande impazienza la svolta di Powell, e non sono sicuro che arriverà presto. Quindi penso che l’entusiasmo di questa mattina sia una reazione un po’ eccessiva”.
La svolta di Powell si riferisce alle aspettative del mercato secondo cui il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell e i suoi colleghi della banca centrale americana presto rallenteranno o fermeranno il ritmo aggressivo degli aumenti dei tassi di interesse che hanno implementato per cercare di ridurre l’inflazione.
All’inizio di novembre, la Fed ha approvato il quarto aumento consecutivo di 0,75 %, portando il tasso di riferimento a un intervallo compreso tra il 3,75% e il 4%, il livello più alto degli ultimi 14 anni. I mercati si aspettano che la Fed continui a crescere, anche se a un ritmo forse più lento prima che i tassi della Fed superino il 5% all’inizio del prossimo anno.