Ansia inflazione-tassi: investire nelle infrastrutture per proteggersi dall’incertezza
In tempi di inflazione ancora ostinata e di ulteriori rialzi dei tassi in arrivo, come possono muoversi i risparmiatori? Il consiglio degli esperti di Arcano Partners
Dove conviene investire, ora come ora, per far fronte all’attuale fase di incertezza, nel bel mezzo dell’ansia continua per l’inflazione e dunque, per la direzione dei tassi?
Come si devono comportare i risparmiatori, dato che potrebbe arrivare un periodo di stagflazione, con prezzi al di sopra dell’obiettivo del 2% previsto dalle banche centrali per un periodo prolungato, a fronte di una crescita economica stagnante?
Come se tutto questo non bastasse, il settore bancario potrebbe andare incontro a nuove crisi e il rischio che si corre è quello che i consumi possano crollare nel corso dei prossimi mesi.
La situazione invita a cercare validi asset difensivi.
Secondo Pierre Sáenz Lafourcade, Partner & CIO Sustainable Infrastructure Investments e Carlos Ruiz de Gauna, Managing Director Sustainable Infrastructure Investments di Arcano Partners, in questo contesto le infrastrutture sembrano rappresentare un vero e proprio porto sicuro:
permettono, infatti, di ottenere rendimenti corretti per il rischio. Ma, soprattutto, hanno una bassa correlazione con la maggior parte delle asset class quotate e non.
Le infrastrutture, secondo Pierre Sáenz Lafourcade e Carlos Ruiz de Gauna, rappresentano asset reali, che sono in grado di offrire servizi necessari e fondamentali.
Non solo: hanno flussi di cassa prevedibili a lungo periodo. Hanno, inoltre, caratteristiche difensive come una bassa volatilità ed una parziale protezione dall’inflazione.
Come se tutto questo non bastasse, le infrastrutture, nel corso dei prossimi anni, beneficeranno degli incentivi pubblici destinati alla transizione energetica e digitale.
Le infrastrutture: dove investire
Dove si possono trovare, oggi come oggi, le migliori opportunità di investimento?
Pierre Sáenz Lafourcade e Carlos Ruiz de Gauna di Arcano Partners ritengono che sia necessario puntare alle infrastrutture che appartengono a quattro macro-tendenze:
- transizione energetica;
- infrastrutture digitali;
- trasporti sostenibili;
- gestione dei rifiuti e delle acque.
All’interno di queste quattro macro-tendenze è comunque necessario fare alcune distinzioni.
Tra le infrastrutture destinate alla transizione energetica, risultano essere abbastanza care le rinnovabili, che rendono leggermente più difficile il raggiungimento degli obiettivi di performance.
Altro discorso, invece, coinvolge gli investimenti nei sistemi di accumulo a batterie, che si stanno effettuando soprattutto in California e nel Regno Unito.
Secondo Pierre Sáenz Lafourcade e Carlos Ruiz de Gauna sono interessanti le iniziative intraprese negli Stati Uniti nel teleriscaldamento, che potrebbero avere molto potenziale.
Da tenere sotto controllo, inoltre, l‘energia solare:
l’idea di mettere i pannelli solari sui magazzini e sugli stabilimenti di produzione risulta essere una soluzione particolarmente interessante dal punto di vista dei rendimenti, nel momento in cui si ottiene la giusta dimensione. Negli Stati Uniti ci si aspetta che la capacità di accumulo di energia elettrica installa nel 2020 possa crescere di sei volte entro il 2030.
Il trattamento dell’acqua e la gestione dei rifiuti
Nell’agosto 2020, l’amministrazione Biden ha approvato la Bipartisan Infrastructure Law (BIL) attraverso la quale verrà facilitato il finanziamento delle infrastrutture legate alla gestione dei rifiuti e al trattamento delle acque.
In questo campo gli Stati Uniti risultano essere indietro rispetto all’Europa.
Solo per avere un’idea di quanto accade oltreoceano, basti pensare che nel Texas l’acqua utilizzata per raffreddare gli impianti di produzione viene scaricata nei fiumi senza essere preventivamente trattata. Una valida opportunità di investimento potrebbe essere costituita dal trasporto sostenibile.
I data center 2.0
Entro il 2030 si stima che ci saranno investimenti per 1.000 miliardi di dollari nelle infrastrutture digitali:
a spingere la domanda sarà la forte richiesta di connettività e la penetrazione della tecnologia 5G.
Pierre Sáenz Lafourcade e Carlos Ruiz de Gauna ritengono che ci sia un grande potenziale nell’intera catena di valore delle infrastrutture digitali, anche perché non sono correlate con la crescita economica.
Le infrastrutture, in questo caso sono costituite dai data center, dalle torri di telecomunicazione e dalla fibra, nelle sue varie gamme di applicazione.
Diverse aree del Nord-America, durante la pandemia, avevano avuto difficoltà di connessione.
Anche in Europa, comunque, la fibra ha una penetrazione molto bassa, che si attesta al 25% (questa percentuale è confermata anche in Italia).
Ci sono spazi di manovra molto ampi, considerando che in Spagna la penetrazione della fibra è arrivata all’83%.
Per i data center, invece, l’attenzione si sposta da quelli situati fuori città che possono offrire servizi di back-up a diversi clienti ai cosiddetti Connectivity Centric Data Center.
Il primo caso assomiglia ad una tipica attività immobiliare con rendimenti fino al 7-8%, sicuramente meno interessanti.
I data center di nuova generazione crescono del 10-15% ogni anno e secondo Pierre Sáenz Lafourcade e Carlos Ruiz de Gauna “grazie alla propria value proposition e alla crescente domanda di interconnessione da parte dei clienti”.
“Questi data center – hanno concluso gli esperti -si concentrano sulla connessione dei fornitori di cloud e fibra con un insieme eterogeneo di aziende attraverso la creazione di un ecosistema tra i diversi attori. I ricavi derivanti da questa offerta, inoltre, sono più elevati”.