Inflazione sottotono e parole Praet (Bce) fanno da assist ai BTP: tassi a 10 anni minimo in cinque settimane
Bond sovrani europei in rialzo, sulla scia delle ultime indicazioni secondo cui la Bce impiegherà probabilmente più tempo a staccare la spina Quantitative easing dai mercati.
L’inflazione dell’Eurozona continua a mettere i bastoni tra le ruote alla banca centrale, e l’ultima conferma della debolezza del trend dei prezzi nell’area è arrivata oggi con il dato sull’inflazione italiana, con l’Istat che ha rivisto al ribasso i dati preliminari. A febbraio, l’indice nazionale dei prezzi al consumo dell’Italia è rimasto praticamente fermo su base mensile, rallentando inoltre a +0,5% su base annua, rispetto al +0,9% di gennaio e contro il +0,6% della stima preliminare.
Una ulteriore prova del nove si è aggiunta con il dato sull’inflazione dell’area euro, che ha rallentato anch’essa il passo, tra l’altro in modo inatteso. L’indice dei prezzi al consumo è salito di appena l’1,1% a febbraio su base annua, al ritmo più debole dalla fine del 2016 e inferiore al dato preliminare dell’1,2%.
Market mover della carta italiana – in attesa che stasera arrivino i verdetti sul debito di Moody’s e Fitch – è anche l’intervista che Peter Praet, responsabile economista della Bce, ha rilasciato a Reuters.
Le dichiarazioni calmano i nervi di chi teme la fine del QE e in particolare di chi ha paura, tra l’altro in un momento di incertezza alimentato dall’esito delle elezioni politiche italiane, della fine dello scudo BTP, specificamente nel caso dell’Italia.
Il risultato è che i BTP si confermano i bond sovrani che fanno meglio in Europa, con lo spread BTP-Bund a 10 anni che scende a 138 punti base circa e i rendimenti decennali all’1,94%, al minimo in cinque settimane.
Praet ha fatto notare che è possibile che l’Eurozona sia caratterizzata da una capacità sottoutilizzata maggiore delle previsioni, in particolare nel mercato del lavoro: un fattore, sottolinea, che a suo avviso potrebbe frenare il recupero delle pressioni inflazionistiche verso il target appena inferiore al 2% della Bce di Mario Draghi.
L’incremento dell’offerta di lavoro potrebbe indicare secondo l’economista che la debolezza dell’Eurozona sia maggiore di quanto stimato in precedenza. Praet ha ammesso, di fatto, che la Bce è sorpresa da quante siano le persone che stanno cercando lavoro: tale quadro potrebbe impedire ai salari di puntare verso l’alto, condizionando negativamente le spinte inflattive.
Di conseguenza, “non modificherei la guidance troppo presto, perchè in questo modo potremmo inviare segnali sbagliati riguardo alla fine dei nostri acquisti di asset (del piano QE). E quindi non direi che c’è una data o una scadenza”. Dunque, “procederemo a un ritmo graduale e misurato”.
Le parole di Praet riportano gli acquisti sulla carta italiana, che proprio nelle ultime ore era stata penalizzata dall’ effetto Salvini, tanto che lo spread BTP-Bund era arrivato a balzare fino a 144 punti base.