Inflazione alta: ecco l’asset allocation strategica
L’inflazione è sempre più alta e in tale contesto gli investitori si chiedono quale sia la migliore allocazione strategica. François Rimeu, Senior Strategist La Française AM, Virginie Wallut, Direttore Ricerca Immobiliare e Investimenti Sostenibili, La Française REM e Pierre Schoeffler, Senior Global Asset Allocation & Sustainable Investing Advisor La Française, forniscono una serie di loro riflessioni.
“In tempi di inflazione elevata, il fattore principale che influenza i mercati è l’inflazione stessa” affermano gli analisti secondo cui “è il mercato obbligazionario a diventare un driver, poiché i tassi d’interesse rispondono principalmente alle aspettative inflazionistiche. “La correlazione tra azioni e obbligazioni è quindi abbastanza positiva. Questo è ciò che probabilmente vedremo quando la globalizzazione si ridurrà e la crescita dipenderà essenzialmente dalla disponibilità dell’offerta”.
L’immobiliare, al contrario, guida raramente i mercati e quando lo fa è durante una grave crisi finanziaria. “In sintesi, affermano, ciò che distingue l’asset allocation in tempi di alta inflazione da quella in tempi di inflazione normale non è solo l’attenzione alla performance reale piuttosto che a quella nominale, ma anche la costruzione di un portafoglio che privilegi un equilibrio tra titoli e immobili piuttosto che tra azioni e obbligazioni”.
In sostanza, si chiedono gli analisti, quale tipo di asset allocation per un orizzonte di investimento a medio-lungo termine, superiore ai 5 anni?
“Il contesto della transizione climatica, unito alla graduale riduzione delle riserve di combustibili fossili, porterà nei prossimi anni all’aumento dei prezzi dell’energia. In termini di asset allocation, ciò dovrebbe tradursi in una maggiore esposizione – rispetto al passato – alle materie prime e ai settori i cui profitti sono positivamente correlati a questi asset. Questo vale sia per le azioni che per le obbligazioni. Al contrario, i modelli di business che dipendono da forniture energetiche stabili e a basso costo potrebbero incontrare maggiori difficoltà”. “Stiamo potenzialmente andando incontro a un periodo molto incerto in cui inflazione e disinflazione, crescita e recessione potrebbero susseguirsi. Questi periodi sono favorevoli a una forte differenziazione tra i vari segmenti dell’economia. Le tendenze a lungo termine, come la crescita delle città, la decarbonizzazione e l’innovazione digitale, porteranno all’emergere dei principali attori di domani, come è avvenuto negli ultimi 20 anni con lo sviluppo di Internet. A nostro avviso, queste tendenze dovrebbero costituire la base dell’asset allocation di lungo termine oggi e sempre, indipendentemente dagli asset considerati” concludono.