Indici americani sotto pressione dopo lo schiaffo di Fitch. Ma il trend resta positivo
Prosegue la fase di incertezza sui principali indici americani che hanno invertito la tendenza man mano che ci si avvicina alla scadenza sui colloqui sul tetto del debito di prossima settimana. Da questo punto di vista, mentre proseguono i negoziati per cercare di trovare un accordo per scongiurare il default il prossimo 1 giungo, l’agenzia di rating Fitch ha lanciato l’allarme, mettendo sotto osservazione il rating AAA degli statunitense, non escludendo un downgrade.
La situazione resta quindi molto delicata e tesa, infatti, un eventuale default degli Stati Uniti sarebbe economicamente devastante, innescando una recessione negli Stati Uniti, un’eventualità che potrebbe innescare anche una nuova crisi finanziaria globale.
“Fitch continua ad attendersi una risoluzione prima della data x, ma ritiene che siano aumentati i rischi che il limite del debito non venga innalzato o sospeso prima della data X”.
Queste ultime dichiarazioni di Fitch hanno richiamato alla mente degli operatori di mercato lo spettro di quanto successe nell’agosto 2011, quando l’agenzia di rating S&P abbassò il rating degli Stati Uniti ad AA+, scatenando un vero e proprio sell-off sul mercato azionario statunitense e non solo.
Questo clima di incertezza continua a mettere sotto pressione anche tutti i principali indici americani, con il sentiment degli operatori che torna a mostrare una certa avversione al rischio, in attesa di una risoluzione sul debito Usa. I principali indici americani, S&P 500 e il Nasdaq, sono infatti sulla buona strada per chiudere la peggior settimana in termini di performance da oltre due mesi.
Analisi tecnica S&P 500: manca il breakout dei 4.200 punti
Fase di indebolimento per il principale indice americano, l’indice S&P 500, che nelle ultime tre sedute ha perso oltre il 2,2% passando dai circa 4.200 punti agli attuali 4.115 punti. L’indice che rappresenta le 500 maggiori società statunitensi per capitalizzazione, con gli ultimi cali giornalieri ha portato il suo bilancio da inizio anno ad una performance del 7,5%, sottoperformando però l’indice Nasdaq.
In particolare, l’indice americano ha provato senza riuscirci il breakout del livello di resistenza a 4.200 punti, tornando al di sotto di questo livello dopo aver messo a segno una candela doji, candela che indica indecisione e poca forza sul mercato. Proprio il falso breakout del livello dei 4.200 punti, innescato anche dall’improduttività dei colloqui sul debito Usa, ha causato un brusco calo delle quotazioni, con i prezzi che si stanno velocemente dirigendo verso la media mobile a 50 periodi (linea gialla) che transita poco sotto il livello di supporto a 4.100 punti.
Ecco che proprio il cedimento di quest’area supportiva potrebbe condurre il più importante indice americano prima verso il supporto in area psicologica dei 4.000 punti, potrebbe riportare l’indice verso la media mobile fondamentale a 200 periodi, prezzi di inizio marzo.
Al contrario, solo un ritorno dei prezzi verso la resistenza a 4.200 punti, seguito da un suo successivo breakout con volumi di contrattazione in aumento potrebbe riportare una certa positività sull’indice, con target a 4.300 punti, prezzi di agosto 2022.
Se andiamo a vedere quali sono i settori migliori e peggiori da inizio anno sull’indice S&P 500 vediamo che il comparto che ha realizzato le performance migliori è lo S&P 500 communication service, paniere che ha realizzato quasi il 30% di rendimento da inizio anno. Il secondo migliore settore è stato quello tech con quasi il 25% di rialzo, seguito dal +16% messo a segno dall’indice dei consumi discrezionali.
Al contrario, i settori che hanno perso maggiormente all’interno dell’indice S&P 500 sono: quello finanziario indebolito dai fallimenti di alcuni importati banche a inizio marzo, seguito dalle utilities e il comparto energetico dopo i rialzi messi a segno nel 2022.
Analisi tecnica Nasdaq: torna verso i 12.000 punti
Debolezza anche sull’altro principale indice americano, ovvero l’indice Nasdaq. In particolare, l’indice nelle ultime 3 sedute di contrattazione ha lasciato sul terreno circa il 2%, riportandosi così vicino al successivo e importante livello di supporto a quota 12.300 punti. Teniamo presente che al momento l’indice americano si mantiene al di sopra del supporto a 12.300 punti, livello che a gennaio, marzo e aprile aveva respinto efficacemente le quotazioni. Da questo punto di vista, proprio il cedimento di questo supporto potrebbe riportare le quotazioni prima verso l’area supportiva data dalla media mobile a 50 periodi (linea gialla) a 12.096 punti, e poi verso la media mobile a 200 periodi (linea arancione) verso gli 11.500 punti.
Le brusche vendite delle ultime sedute si vedono chiaramente anche dal punto di vista dell’analisi algoritmica, con l’oscillatore di momentum Rsi che nel giro di due sedute è passato da essere in ipercomprato al livello di 50, area neutra, e si sta dirigendo verso l’area di ipervenduto.
Nonostante le criticità, entrambi i principali indici americani continuano a mantenere una tendenza positiva per lo meno nel medio-lungo periodo.