Imperativo: tagliare costi in contesto di bassa redditività. Anche HSBC medita maxi taglio di 10.000 dipendenti
Tagliare i costi, in un contesto in cui i bassi tassi di interesse non sono certo una buona promessa per garantire un certo livello di redditività: sembra essere, questa, l’ossessione – dettata da necessità – di diversi colossi bancari mondiali, soprattutto europei.
E così, dopo i rumor su UniCredit, l’annuncio del piano di rilancio monstre di Deutsche Bank, i tagli a cui lavorano Commerzbank e Société Générale, arrivano le indiscrezioni sulle prossime mosse di HSBC, la seconda banca britannica per valore di mercato che, proprio il mese scorso, ha annunciato a sorpresa l’uscita di scena dell’AD John Flint, dopo appena 18 mesi dall’assegnazione dell’incarico, senza dare alcuna spiegazione alla sua mossa.
A riportare l’indiscrezione è stato il Financial Times, che ha reso noto che il colosso si starebbe apprestando a mandare a casa almeno 10.000 persone, nell’ambito del piano del ceo a interim, Noel Quinn, che punta alla riduzione dei costi. La decisione andrebbe a sacrificare soprattutto chi percepisce compensi elevati.
Tre i motivi principali alla base del taglio. 1) i bassi tassi di interesse – che nuociono alla redditività delle banche; 2) la storia infinita della Brexit; 3) le ripercussioni negative che la guerra commerciale sta avendo sull’economia globale.
Alla fine di giugno, la banca contava una forza lavoro di 237.685 persone, stando a quanto riportato dal Guardian.
I tagli di 10.000 dipendenti, secondo le fonti, si aggiungerebbero tra l’altro ai 4.700 esuberi – che interesseranno soprattutto posizioni senior -comunicati dalla banca all’inizio di agosto. Nel dare la notizia, allora, HSBC aveva fatto riferimento a un outlook globale debole e al taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, all’escalation della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, alle violente proteste a Hong Kong e alla maggiore incertezza riguardo agli sviluppi della Brexit.
Rumor su tagli imminenti della stessa portata – 10.000 dipendenti – sono stati diffusi anche in merito a UniCredit. Deutsche Bank ha invece annunciato proprio un piano per mandare a casa 18.000 unità. Idem la seconda banca tedesca Commerzbank che, nell’ambito di un piano di ristrutturazione, ha annunciato 4.300 (un decimo della sua forza lavoro) licenziamenti e la chiusura di 200 filiali, mentre ad aprile Société Générale ad aprile aveva reso nota l’intenzione di mandare a casa 1.600 dipendenti a livello globale.