I titoli di oggi a Piazza Affari: occhi puntati su Mps, Saipem e Tim
Avvio di seduta fiacco a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che dopo circa due ore e mezza dall’avvio delle contrattazioni mostra un ribasso dello 0,26%, mantenendosi comunque sopra l’area psicologica dei 29.000 punti. Il calo di oggi arriva in scia alla debolezza generalizzata in Europa, con i principali listini che tirano così il freno dopo quattro settimane consecutive di rialzi.
Per la seduta di oggi l’attenzione resta focalizzata sull’agenda macroeconomica e sulle banche centrali, con gli operatori che oggi alle 15:00 seguiranno il discorso al Parlamento europeo della Presidente BCE Lagarde, che è attesa confermare l’approccio “data dependent” dell’istituto europeo.
A Milano, gli acquisti sono concentrati su Amplifon, e le utilities Hera, A2a ed Erg; al contrario debolezza sugli industriali con Stellantis, Cnh Industrial e Leonardo.
Per la seduta odierna saranno da seguire Mps, Saipem e Tim ecco i motivi:
Mps sopra la parità in attesa della sentenza
Occhi puntati su Bca Mps in attesa della sentenza di appello di oggi sull’inchiesta derivati Santorini-Alexandria e sulla condanna in primo grado a 6 anni per Fabrizio Viola e Alessandro Profumo. Secondo le previsioni si andrebbe verso un’assoluzione, un’eventualità che di fatto libererebbe oltre 160 milioni di euro di risorse accantonate a bilancio dalla banca senese proprio per fronteggiare il rischio di una sentenza di condanna.
L’appuntamento di oggi è molto atteso, anche perché come segnalano gli analisti di Bloomberg Intelligence, “i giudici stanno cambiando la visione sulle inchieste di Monte dei Paschi: per ben due volte la Cassazione ha stabilito che non ci sono stati reati: non ci fu occultamento di alcun documento segreto (l’elemento iniziale che diede vita a tutto lo scandalo Mps) e non ci sono stati illeciti contabili con le operazioni Alexandria e Santorini”.
Quest’ultima decisione ha già prodotto un primo effetto positivo sui rischi legali di Siena, infatti, il 9 novembre la Corte d’appello di Milano, richiamando anche la decisione della Cassazione, ha confermato la vittoria in sede civile di Mps contro il fondo Alken, respingendo così per la seconda volta la richiesta di 450 milioni di euro di danni. Ecco che se adesso, come molti ritengono, viene ribaltata in assoluzione anche la condanna di primo grado a carico di Profumo e Viola, gli effetti sulla banca potranno essere notevoli.
“Potrebbe essere una sentenza destinata a far partire tutto un processo che potrà poi tradursi in un vantaggio economico per la banca”, commenta lo stesso Ceo Ceo di Mps Luigi Lovaglio in una call con gli analisti.
Inoltre, ricordiamo che settimana scorsa il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha perfezionato la cessione del 25% (315 milioni di azioni ordinarie) delle proprie azioni di Monte dei Paschi d Siena.
In tal senso, il collocamento delle azioni di Mps ha fruttato al socio pubblico (Mef) ben 920 milioni di euro e questo grazie ad un corrispettivo di 2,92 euro ad azione. Dopo l’operazione la partecipazione detenuta dal Mef in Mps scenderà dal 64% a circa il 39%. L’operazione in questione “rappresenta la prima fase del più ampio processo che porterà il MEF a valorizzare pienamente la banca, nell’interesse della stessa e di tutti gli stakeholders”.
Banche italiane più diversificate
Intanto, secondo una recente analisi di Bloomberg le banche italiane hanno ora un portafoglio sovrano più diversificato, con partecipazioni nazionali che costituivano l’80% del totale a settembre contro il 99% di dieci anni fa.
Nonostante tutto, questa percentuale è ancora molto più alta della media europea che risulta essere inferiore al 70%. UniCredit, Intesa SanPaolo e Mediobanca detengono titoli di Stato italiani per un valore pari a circa il 43-66% del loro capitale primario tangibile, ma il rapporto è molto più elevato presso BPER Banca, Monte Paschi e Banco BPM (oltre il 100% nel 3° trimestre, sebbene inferiore rispetto al 2° trimestre).
Mps tenta la tenuta del supporto a 3 euro
Dal punto di vista grafico, il titolo Mps sta provando a mantenersi al di sopra dell’area supportiva (ex principale area di resistenza) a quota 3 euro ad azione, un livello che quest’anno ha già respinto le quotazioni.
In particolare, il titolo dopo essere tornato settimana scorsa al di sotto di quota 3 euro, nelle ultime sedute sta provando il rimbalzo dal supporto a quota 2,8 euro e in caso di proseguimento degli acquisti al rialzo, (oltre all’area dei 3 euro) sarà da monitorare l’area di resistenza di breve periodo a quota 3,18 massimi di periodo raggiunti a metà novembre.
Il miglioramento della tendenza sul titolo (+55% da inizio anno) è evidenziata anche dalla posizione dei prezzi al di sopra delle medie mobili principali a 50 (linea blu) e 200 periodi (linea arancione), con le quotazioni al di sopra della trendline rialzista costruita dai minimi dello scorso anno.
Saipem scende sulla debolezza del petrolio
Anche a Milano, debolezza sui titoli energetici, con Eni, Tenaris e Saipem. I recenti ribassi arrivano in scia al calo del petrolio, con il Brent che dai massimi raggiunti di periodo a quota 95 dollari (a fine settembre) ha già perso il 15%.
Intanto, oggi ha annunciato i risultati preliminari dell’offerta di riacquisto promossa dalla controllata Saipem Finance International rivolta ai portatori dei titoli rappresentativi del bond da 500 milioni di euro con cedola del 2,625% e scadenza il 7 gennaio 2025.
Dal punto di vista tecnico, continua la fase di consolidamento laterale per Saipem, con il titolo che da luglio si mantiene in un trading range compreso tra il supporto a quota 1,35 euro e la resistenza sopra 1,4.
Ecco che proprio questi due livelli operativi potrebbero essere utilizzati dagli operatori per prendere posizione al rialzo o al ribasso sul titolo, con il target più importante al rialzo che è a quota 1,66 euro, prezzi massimi di settembre; mentre al ribasso sarà fondamentale la tenuta di quota 1,35 euro, in quanto un suo eventuale cedimento potrebbe riportare i prezzi verso la successiva area di supporto a quota 1,14 euro.
Tim rimbalza dopo l’organizzazione di NetCO
Da seguire anche la seduta di Telecom Italia che al momento si trova in rialzo, dopo aver annunciato l’organizzazione di NetCo. In particolare, secondo quanto comunicato (lo scorso 24 novembre) dal Gruppo delle telecomunicazioni, l’organizzazione di NetCo (il ramo d’azienda che verrà conferito in FiberCop al closing dell’operazione di cessione della rete fissa al fondo KKR) si comporrà di oltre 20 mila persone di cui già oggi oltre 19 mila lavorano in ambito di Wholesale & Network, mentre altre 900 circa confluiranno dalle funzioni Staff di TIM.
Intanto, Vivendi è pronta a contestare per vie legali qualsiasi decisione del Cda di Telecom Italia di vendere la propria rete fissa a meno che gli azionisti non la sostengano con una maggioranza qualificata. Ma non solo, Vivendi avrebbe anche raccolto cinque pareri legali secondo cui la vendita della rete modificherebbe l’oggetto sociale di TIM, richiedendo così un voto straordinario da parte degli azionisti.
Intanto, graficamente il titolo Tim sta provando il rimbalzo dall’area supportiva a quota 0,24 euro, parte bassa dell’ampio trading range che abbiamo osservato praticamente da inizio anno (0,23 – 0,32 euro). Al rialzo, i successivi livelli di resistenza di breve periodo si trovano prima a 0,28 euro, livello da cui passano le principali resistenze statiche e dinamiche (medie mobili). Al ribasso, sarà fondamentale la tenuta del supporto a quota 0,244 euro.
Occhio al Death Cross (incrocio della morte), ovvero la media mobile a 50 periodi (linea blu) che si è riportata (settimana scorsa) al di sotto di quella a 200 periodi (linea arancione), un segnale di debolezza per il titolo.