I titoli del giorno a Piazza Affari: ancora Tim, i petroliferi con Eni e Juve
L’ultima seduta della settimana e prima della pausa natalizia, si caratterizza sin dalle prime battute da una certa incertezza in Europa. Nonostante le indicazioni positive arrivate ieri da Wall Street, con il rimbalzo degli indici Usa, gli investitori sono ancora una volta alla finestra in attesa dei dati macro in uscita oggi. Il più attesi della seduta è l’inflazione Pec, uno dei più seguiti dalla Federal Reserve (Fed).
Guardando all’andamento degli indici europei, Piazza Affari è in altalena e adesso viaggia in lieve rialzo a 30.287,82 punti.
Tra i singoli titoli ancora in evidenza Telecom Italia che beneficia del fermento che c’è nel comparto delle tlc, bene anche il comparto petrolifero con Eni in prima linea. Fuori dal paniere principale, debolezza, invece, per Juventus.
Tim, il risiko c’è
E’ ancora Tim a Piazza Affari. Non si arresta la corsa del gruppo guidato da Labriola che beneficia delle notizie e indiscrezioni che arrivano sul fronte del risiko delle tlc che sembra pronto per partire. La settimana è stata intesa su questo fronte e proprio ieri si sono inseguite le indiscrezioni, riportate da Bloomberg News, secondo le quali Swisscom sarebbe pronto a fare la sua contromossa: ovvero preparare il terreno per le nozze tra l’italiana Fastweb (controllata dal gruppo svizzero) e Vodafone Italia, su cui Iliad aveva già messo gli occhi e lanciato la sua proposta ufficiale a inizio settimana. Insomma, come sottolineano gli analisti, il consolidamento del settore in Italia sembrerebbe essere partito.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, che cita fonti vicine al dossier, gli svizzeri di Swisscom, proprietari di Fastweb, starebbero valutando di presentare all’inizio del prossimo anno un’offerta formale per Vodafone Italia, senza fornire ulteriori dettagli.
A inizio settimana la scena era stata presa sul fronte tlc dalla mossa di Iliad su Vodafone Italia, con la proposta ufficializzata lo scorso 19 dicembre. Una potenziale offerta degli elvetici che potrebbe quindi “vedersela” con quanto messo sul piatto da Iliad. Nel comunicato del gruppo francese si legge che la proposta valuta Vodafone Italia 10,45 miliardi di euro e la partecipazione che deterrebbe Vodafone nella NewCo 1,95 miliardi di euro, a fronte dei 4,5 miliardi di euro di enterprise value (EV) di Iliad.
Dal canto suo, il gruppo inglese ha ribadito la sua posizione: ovvero di essere “favorevole al consolidamento nel mercato nei paesi in cui non sta ottenendo adeguati ritorni sul capitale investito e conferma che sta esplorando opzioni con diverse parti per raggiungere questo obiettivo in Italia, anche attraverso una fusione o una cessione”.
Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, “una combinazione di Vodafone con Iliad rappresenterebbe la migliore soluzione per il contesto competitivo e per Tim”. Diversa la posizione, invece, di Equita che nei giorni scorsi (prima delle indiscrezioni di Swisscom) scriveva circa i potenziali riflessi per Tim:
“Il consolidamento del mercato è un elemento positivo in quanto può portare a una maggiore disciplina sui prezzi e a una maggiore capacità di sostenere gli investimenti, grazie alle sinergie. Se Vodafone procederà a una combinazione con Fastweb, ci aspettiamo che Iliad possa proporsi per una combinazione con Tim, in particolare per la divisione consumer”.
Petroliferi in evidenza, su tutti Eni
Comparto petrolifero in evidenza oggi a Piazza Affari in un contesto in cui le quotazioni del petrolio greggio tornano a salire dopo lo stop di ieri (arrivato dopo tre giorni consecutivi di rialzi per Wti e Brent). Questa mattina il petrolio WTI e il petrolio Brent sono in recupero, con il Brent verso nuovamente quota 80 dollari al barile. Tra le notizie principali sotto la lente degli operatori per l’oro nero: l’uscita dall’Opec dell’Angola, l’aumento della produzione statunitense e le conseguenze degli attacchi alle navi nel Mar Rosso.
Tra i titoli del settore quotati sul Ftse Mib sale Eni. Per il Cane a sei zampe il mercato passa al setaccio anche le ultime su Plenitude. Nel dettaglio, Eni ha fatto sapere che l’accordo su Plenitude prevede l’ingresso del fondo Energy Infrastructure Partners (‘EIP’), come socio di minoranza. EIP entra in Plenitude acquisendo una quota fino al 9%, tramite sottoscrizione di un aumento di capitale, per un ammontare complessivo fino a 0,7 miliardi di euro, che valorizza l’equity di Plenitude post ingresso a circa 8 miliardi di euro. Considerando il debito, si legge in una nota, l’enterprise value di Plenitude risultante dall’operazione è di oltre 10 miliardi.
Equita, che mantiene la raccomandazione d’acquisto su Eni (rating buy), ribadisce le considerazioni espresse ieri, “circa la valorizzazione della società a multipli EV/EBITDA a doppia cifra sul esercizio 2023-24 e sul livello di riferimento valutativo per una successiva Ipo di Plenitude che ora appare più probabile“. E aggiunge: “il percorso di valorizzazione degli asset di Eni riguarderebbe anche gli altri satelliti come Enilive, Novamont o le attività di CCUS (Carbon Capture, Utilization and Storage)”.
Juve ad alta volatilità, tra Superlega e aumento di capitale
Al di fuori del paniere principale il titolo Juventus resta sotto osservazione con le notizie in arrivo sulla Superlega e quelle più strettamente finanziarie (aumento di capitale). Cominciamo da quest’ultimo punto: nella serata di ieri il club bianconero ha annunciato di avere nominato Citigroup e Unicredit quali joint global coordinator nell’ambito dell’aumento di capitale in opzione fino a massimi 200 milioni di euro e che l’azionista di maggioranza Exor, “a ulteriore dimostrazione del suo impegno di lungo termine nei confronti della società e della fiducia nel valore intrinseco della medesima, si è impegnato a sottoscrivere le azioni di nuova emissione che non dovessero essere sottoscritte al termine del periodo di offerta”.
A seguito dell’impegno a sottoscrivere le nuove azioni in misura proporzionale alla propria attuale partecipazione (pari a circa il 63,8%), la holding guidata da John Elkann si è impegnata in particolare “a sottoscrivere e liberare, al prezzo di sottoscrizione, le azioni di nuova emissione che non dovessero essere sottoscritte al termine dell’asta dei diritti inoptati, fino ad un ammontare complessivo pari a circa 72 milioni”.
Nelle ultime sedute il titolo Juve ha mostrato una certa volatilità: se oggi è in calo ieri ha chiuso le contrattazioni con un rimbalzo di oltre il 5% a quota 0,255 euro, sui massimi da 3 mesi. Tra le notizie che hanno guidato i recenti rialzi quelle legate alla sentenza della Corte di Giustizia Ue sulla Super Lega, che proprio ieri ha stabilito che il monopolio di Fifa e Uefa sull’organizzazione delle competizioni internazionali viola il diritto dell’Unione in materia di libera concorrenza.