I titoli del giorno a Piazza Affari: Unicredit si prende la scena, attenzione a Stellantis e Tim
Piazza Affari svetta tra le borse europee, trainata dalle banche dopo i conti sopra le attese di Unicredit. Gli acquisti coinvolgono l’intero comparto degli istituti di credito, con Bper Banca e Intesa Sanpaolo tra le migliori del Ftse Mib, in attesa delle trimestrali in uscita questa settimana. Focus anche su Stellantis, al centro di rumors su possibili M&A con Renault, mentre resta alta l’attenzione su Telecom Italia e sul settore delle telecomunicazioni.
Unicredit a +9% dopo i conti
Protagonista di giornata Unicredit, che ha riportato risultati migliori delle attese nel quarto trimestre e ha fornito una guidance per il 2024 oltre le aspettative degli analisti, annunciando una distribuzione di valore agli azionisti per circa 10 miliardi di euro nel 2024. Il titolo si colloca in cima al Ftse Mib con un rialzo oltre il 9%.
I risultati del 4Q di Unicredit
Nel 4Q il margine di interesse è cresciuto (+6% su base annua) a 3,61 miliardi (consensus 3,47 mld) e i ricavi totali (+5%) si sono attestati a 5,98 miliardi (vs 5,61 stimati).
L’utile operativo è pari a 3,49 mld (vs 3,06 attesi), gli accantonamenti per perdite su crediti a -300 milioni (contro -654 mln del consensus) e l’utile netto 1,92 miliardi (rispetto a 927 milioni attesi).
Il full year 2023 si è chiuso con un utile netto di 8,6 miliardi, rispetto alla previsione della società di 7,25 miliardi.
Unicredit migliora guidance e remunerazione azionisti
La banca di piazza Gae Aulenti ha migliorato la guidance per l’esercizio 2024, stimando un utile sostanzialmente in linea con l’esercizio appena concluso.
Sul fronte della distribuzione di valore ai soci, per il 2023 è previsto un payout del 100%, attraverso la corresponsione di dividendi per 3 miliardi e un piano di buyback da 5,6 miliardi (1,4 mld già eseguiti nel 2023).
Dal 2024, verrà restituito almeno il 90% dell’utile, con un dividend payout del 40% e l’introduzione di un acconto sul dividendo a valere sull’utile netto del full year 24. La distribuzione nell’anno solare 2024 si attesterà a circa €10 miliardi (7,2 mld residui del 2023 e circa 3 miliardi di acconto sul 2024).
Stellantis al centro di rumors su M&A con Renault
In seguito alle parole del Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, sulle opportunità di consolidamento nel comparto automobilistico europeo, iniziano a circolare indiscrezioni su una possibile fusione tra la casa italo-americana e la francese Renault.
Secondo gli analisti di Equita, non è da escludere che l’ipotesi sia realmente in fase di studio, “conoscendo l’elevato grado di interventismo del governo francese, azionista di entrambi i car-maker francesi (6,1% in Stellantis e 15% in Renault). Per Exor una diluizione della quota non sarebbe un problema, da chiarire invece la posizione di Nissan, che si rivelò un ostacolo ai tempi della proposta fusione Renault-FCA”.
Nissan è azionista di Renault con il 15% del capitale, nonché partner in parecchi progetti industriali.
Le implicazioni di una fusione Stellantis-Renault
Tuttavia, gli esperti della Sim milanese intravedono “evidenti ostacoli di antitrust, non tanto a livello europeo in quanto la quota di mercato combinata salirebbe intorno al 26% simile a quella di Volkswagen, quanto nei singoli paesi come in Francia dove la quota sarebbe del 41% e in Italia dove sarebbe del 45%”, oltre a “problemi di carattere sociale per le duplicazioni di impianti in Francia”.
La fusione creerebbe “un gigante da oltre 8 milioni di veicoli, con fatturato di 240 miliardi e un Ebit superiore ai 28 miliardi, con sinergie ipotizzabili almeno pari al 2% del fatturato combinato”.
A livello di azionariato, “lo Stato francese aumenterebbe la quota intorno al 7% ed Exor si diluirebbe al 12%, ma se il voto doppio per azionisti di lungo corso restasse in piedi avrebbero rispettivamente circa 12% e 20%; Nissan si diluirebbe a circa il 2%.”
Per Equita, “a prescindere da quale player possa essere consolidato da Stellantis, un eventuale ulteriore aggregazione rappresenterebbe un catalyst positivo alla luce dell’ottimo track record di Tavares sia con l’acquisizione di Opel che con la creazione di Stellantis.”
Per Tim riflettori su cessione NetCo e Sparkle
Telecom Italia rimane tra i titoli nel radar degli investitori a Piazza Affari, dopo l’offerta del Mef per Sparkle, all’esame del Cda dopodomani, e in attea dei conti, previsti la prossima settimana.
Nel frattempo, fonti di stampa riportano che l’Antitrust europeo avrebbe negato la possibilità a KKR di evitare la prenotifica, il che significa che il percorso autorizzativo per la cessione di NetCo starebbe proseguendo come da prassi e come previsto, con la possibilità di concludersi entro i tempi stimati (estate o poco prima).
“Tra gli elementi di attenzione che l’autorità europea dovrà esaminare c’è il ruolo del governo in NetCo e il contratto di fornitura tra NetCo e ServCo, entrambi elementi attentamente valutati da TIM e KKR nella negoziazione dell’accordo”, sottolinea Equita.
Gli operatori WindTre, Vodafone, Fastweb e Iliad avrebbero scritto alla Commissione Ue chiedendo di indagare sui futuri rapporti tra TIM e NetCo per potenziali rischi sulla concorrenza. Per gli analisti di Intesa Sanpaolo, “la mossa non sorprende, ma l’Ue non dovrebbe richiedere cambiamenti sostanziali tali da influenzare significativamente le probabilità o gli aspetti economici dell’accordo”.
I risultati di Vodafone Italia confermano mercato competitivo
Intanto, Vodafone ha diffuso i risultati della unit italiana, che mostrano ricavi da servizi in calo dell’1,3%, con una diminuzione dei clienti mobile pari a 257 mila unità e nel fisso per 24 mila unità. “Per TIM ci aspettiamo service revenues in calo del -1,3%, con linee mobili -80k e linee fisse -120k”, afferma Equita.
“Nel complesso, i risultati ci sembrano confermare un contesto di mercato ancora competitivo, sia sui clienti che sui prezzi, in particolare nel segmento consumer, mentre il segmento business ha trend più interessanti che pensiamo saranno anche sostenuti dagli investimenti in digitalizzazione finanziati dal PNRR”.