I titoli del giorno a Piazza Affari: soffre lusso, giù anche i bancari

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Ancora una giornata di panic selling sui mercati. Anche a Piazza Affari proseguono le vendite dopo il tracollo di venerdì scorso, con l’indice FTSE Mib che ha chiuso la settimana con un calo di quasi il 7%. In questo momento la Borsa di Milano indietreggia di circa il 4% pur limando i cali visti in avvio (ora viaggia sopra 33mial punti).
“I mercati asiatici e globali hanno subito un altro sell-off poiché il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha mostrato alcun segno di arretramento dal suo aggressivo programma dei dazi, nonostante i forti ribassi dei mercati azionari“, ha sottolineato Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, che si sofferma sulle ragioni del crollo. “Gli investitori avevano sperato che il danno economico avrebbe spinto a ripensare la politica, ma Trump ha insistito sul fatto che la “medicina” era necessaria per fare tornare in equilibrio la bilancia commerciale e aumentare la produzione statunitense (con un conseguente incremento dei posti di lavoro)”.
Al momento anche i future su Wall Street si muovono in forte calo, e se i movimenti del future sull’S&P500 si concretizzeranno l’indice entrerà nel cosiddetto mercato orso.
Tornando a Piazza Affari, nessun segno positivo e molti settori nel mirino delle vendite, tra cui gli industriali con Interpump ma anche i finanziari e il lusso.
I maggiori cali del Ftse Mib a metà seduta
A metà seduta, la peggiore del listino è Moncler che cede quasi il 7% in compagnia di Brunello Cucinelli in uno scenario in cui lo spettro recessione si allunga. Pesanti cali anche per i finanziari con Azimut che cede il 6,9%.
Deboli anche le banche che stanno, tuttavia, limando i forti cali visti in avvio. Tra le peggiori del comparto Intesa e Mediobanca con ribassi di oltre il 5%. Per il settore parte una settimana importante con l’avvio ufficiale della stagione delle trimestrali a Wall Street, con le big bank Usa in primo piano. La giornata clou è quella di venerdì 11 aprile con i numeri di Jp Morgan e Wells Fargo in primo piano.
Rischio recessione, le nuove stime di Goldman Sachs
Uno dei temi principali sul tavolo resta il rischio recessione, con le banche d’affari Usa che stanno rivedendo (al ribasso) le loro stime. Tra questi gli economisti di Goldman Sachs che scrivono: “Abbiamo rivisto al ribasso le nostre previsioni di crescita del PIL per il quarto trimestre del 2025 allo 0,5% e aumentato la probabilità di una recessione nei prossimi 12 mesi dal 35% al 45% a seguito di un forte inasprimento delle condizioni finanziarie, dei boicottaggi dei consumatori stranieri e di un continuo aumento dell’incertezza politica che rischia di deprimere la spesa in conto capitale più di quanto avevamo ipotizzato in precedenza”.